Il Fatto 30.10.18
Brasile, i militari in festa. Ora puntano al governo
Camionette e mitra nelle strade per salutare la vittoria di Jair Bolsonaro
di Giuseppe Bizzarri
esplosioni
dei petardi e dei colpi di pistola sparati come segno di festa dagli
elettori di Jair Bolsonaro, l’ex capitano del Partido social liberal
(Psl), i quali hanno battuto domenica, nel teso ballottaggio per le
Presidenziali brasiliane, il socialdemocratico del Partido dos
Trabalhadores, Fernando Haddad. Su 147 milioni di elettori, Bolsonaro ha
ottenuto 57,6 milioni di voti, ma la vittoria non indica la maggioranza
della popolazione brasiliana, poiché, senza contare i 46,7 milioni di
voti ottenuti da Haddad, ben 31 milioni di brasiliani si sono astenuti
al voto, 2,5 milioni hanno votato in bianco e 8,6 milioni hanno
annullato la scheda elettronica.
I soldati armati in mimetica,
sfilando sui mezzi militari tra la folla esultante per le strade di
Niteroi, hanno ricordato le immagini del Golpe militare del 1964 in
Brasile. Si sono verificati scontri durante i festeggiamenti. Gli
elettori di Haddad in strada sono stati attaccati dai sostenitori di
Bolsonaro, ma anche dalla Polizia militare che ha usato pallottole di
gomma e lacrimogeni. I “Bolsonaristas” sono uniformizzati come un team
calcistico, la passione nazionale brasiliana, usando la maglia gialla
della selezione calcistica, indossata – dopo le frustrazioni nei
precedenti mondiali di calcio – finalmente con felicità, anche il giorno
dopo la vittoria elettorale. I brasiliani la indossano ovunque, in
strada, nei bar, al lavoro, per distinguersi da un nemico occulto che,
secondo la neoeletta deputata del Psl, Ana Caroline Campagnolo, deve
essere “denunciato ovunque”, anche nelle università, dove esorta gli
alunni a filmare e denunciare i propri professori che fanno politica
durante le lezioni.
Dopo 21 anni dalla fine della dittatura in
Brasile, i militari torneranno al potere dal primo gennaio in maniera
democratica. L’ex capitano Bolsonaro darà gli ordini a un generale della
riserva, il suo vice, Hamilton Mourão, con il quale pensa di
distribuire incarichi a generali in pensione ed ex comandanti nel
prossimo governo. Si prevede che ci saranno militari a capo di cinque
ministeri che saranno ridotti di numero: da 29 a 18. Decine di militari,
ma anche agenti della Polizia militare di grado inferiore, assumeranno
assieme a un’armata di pastori neo pentecostali, altri incarichi
secondari. Il generale della riserva, Augusto Heleno, il quale comandò i
Caschi blu dell’Onu a Haiti nel 2004, comanderà il ministero della
Difesa. Secondo El Pais Brasil, Heleno, oltre a essere l’interlocutore
tra Bolsonaro e le Forze Armate, sarà anche il coordinatore del piano di
governo e responsabile della gestione di un gruppo di 50 professionisti
che tracceranno le direttrici dell’amministrazione federale.
Preoccupa
il legame che il prossimo governo potrà avere con le milizie
paramilitari, soprattutto con quelle che dominano la maggioranza delle
favelas di Rio de Janeiro, tra cui Rio das Pedras, il secondo slum più
popolato della città e da dove sarebbe partito anche l’ordine di
assassinare l’attivista dei diritti umani, Marielle Franco. Il Brasile
potrebbe subire una vera metamorfosi nelle mani di Paulo Guedes, il guru
dell’economia di Bolsonaro. “Lui viene dalla scuola monetarista di
Chicago, dove è entrato con un profilo moderato e ne è uscito totalmente
liberista. Non ha mai avuto esperienza di gestione pubblica, nonostante
vanti una carriera di successo in affari nel mercato finanziario”,
afferma Salvador Teixeira Werneck Vianna, economista dell’Ipea al Fatto.
Guedes si rifà a Milton Friedman, il quale è stato il suo professore a
Chigago, la cui università è stata il grande polo d’irradiazione delle
teorie economiche monetariste dei “Chicago boys”, ispiratori delle
grandi riforme economiche di Ronald Reagan e Margaret Thatcher ma anche
di Pinochet in Cile, dove sono molti oggi gli anziani che si uccidono a
causa della bassa retribuzione pensionistica a seguito della riforma
previdenziale negli anni della dittatura.
di Giuseppe Bizzarri