Il Fatto 24.10.18
Dl Sicurezza, i ribelli M5S tengono. “Se resta così non lo votiamo”
Braccio di ferro sugli emendamenti
Il
decreto Sicurezza arriverà in aula il 5 novembre, ma nella commissione
Affari costituzionali del Senato sul provvedimento c’è ancora burrasca.
Perché alcuni senatori del M5S insistono nel non ritirare i loro
emendamenti al testo, nonostante il pressing del Movimento e
l’irritazione di Matteo Salvini contro “gli 81 emendamenti grillini”. Ma
al momento, sono stati tolti solo i sei a firma di Bianca Laura
Granato. Non è servito neppure l’incontro tra due emissari di Luigi Di
Maio, i membri del suo staff Cristina Belotti e Dario De Falco, e i
senatori “ribelli”. Paola Nugnes è chiara: “Senza modifiche il decreto
non lo votiamo, non siamo al mercato delle vacche”. La stessa linea di
Gregorio De Falco: “Alcuni miei emendamenti sono essenziali. Se non
fossero approvati, avrei difficoltà a votare il decreto”. E il senatore
aggiunge: “Ci sono alcuni principi sui quali non posso deflettere,
avendo giurato sulla Costituzione, da militare, e mantengo questo
giuramento. Sostanzialmente sto seguendo le indicazioni del presidente
Mattarella”. Insomma, gran parte dei 62 emendamenti presentati dagli
eletti i “fuori linea”, tra cui Elena Fattori, resteranno.
Ma dal
M5S ostentano una certa tranquillità: “Continueremo a discuterne, e
comunque non dovrebbe esserci bisogno di un voto di fiducia”. Ossia la
maggioranza si prepara a votare contro gli emendamenti sgraditi. Però
nel frattempo il Movimento ha ottenuto che proprio De Falco, Nugnes e
Fattori ritirassero i loro sette emendamenti al disegno di legge sulla
legittima difesa.