mercoledì 24 ottobre 2018

Il Fatto 24.10.18
Dl Sicurezza, i ribelli M5S tengono. “Se resta così non lo votiamo”
Braccio di ferro sugli emendamenti


Il decreto Sicurezza arriverà in aula il 5 novembre, ma nella commissione Affari costituzionali del Senato sul provvedimento c’è ancora burrasca. Perché alcuni senatori del M5S insistono nel non ritirare i loro emendamenti al testo, nonostante il pressing del Movimento e l’irritazione di Matteo Salvini contro “gli 81 emendamenti grillini”. Ma al momento, sono stati tolti solo i sei a firma di Bianca Laura Granato. Non è servito neppure l’incontro tra due emissari di Luigi Di Maio, i membri del suo staff Cristina Belotti e Dario De Falco, e i senatori “ribelli”. Paola Nugnes è chiara: “Senza modifiche il decreto non lo votiamo, non siamo al mercato delle vacche”. La stessa linea di Gregorio De Falco: “Alcuni miei emendamenti sono essenziali. Se non fossero approvati, avrei difficoltà a votare il decreto”. E il senatore aggiunge: “Ci sono alcuni principi sui quali non posso deflettere, avendo giurato sulla Costituzione, da militare, e mantengo questo giuramento. Sostanzialmente sto seguendo le indicazioni del presidente Mattarella”. Insomma, gran parte dei 62 emendamenti presentati dagli eletti i “fuori linea”, tra cui Elena Fattori, resteranno.
Ma dal M5S ostentano una certa tranquillità: “Continueremo a discuterne, e comunque non dovrebbe esserci bisogno di un voto di fiducia”. Ossia la maggioranza si prepara a votare contro gli emendamenti sgraditi. Però nel frattempo il Movimento ha ottenuto che proprio De Falco, Nugnes e Fattori ritirassero i loro sette emendamenti al disegno di legge sulla legittima difesa.