Il Fatto 23.10.18
Cucchi, ufficiale indagato: “Mai visti i verbali falsi”
L’inchiesta sulle coperture, il colonnello al Fatto: “I rapporti chiesti dal generale”
Cucchi, ufficiale indagato: “Mai visti i verbali falsi”
di Antonio Massari e Valeria Pacelli
L’inchiesta
su alcune annotazioni false redatte nella stazione di Tor Sapienza –
dove Cucchi passò la notte del 15 ottobre 2009 prima del processo in
direttissima – fa un balzo. Verso l’alto. Perché nel registro degli
indagati per la prima volta viene iscritto un ufficiale superiore dei
carabinieri. Si tratta del tenente colonnello Luciano Soligo, che nove
anni fa comandava la compagnia Montesacro-Talenti, da cui dipende Tor
Sapienza. Il che fa pensare una cosa: ossia che la Procura sta cercando
di risalire lungo la scala gerarchica che tentò di insabbiare alcuni
atti sul pestaggio del geometra romano.
Soligo al Fatto – che lo
ha contattato nei giorni scorsi – aveva dichiarato di non aver mai visto
né letto alcuna annotazione redatta dai suoi militari sul caso Cucchi.
Piuttosto – aveva spiegato – fu l’allora comandante provinciale, il
generale Vittorio Tomasone, a chiederle. Tomasone per l’ennesima volta
ribadisce: “Non ho mai dato disposizione di scrivere cose diverse dal
vero”. E la Procura ci mette un sigillo: ieri l’Ansa ha precisato che il
comandante non è indagato e verrà sentito solo come testimone
nell’ambito del processo bis sulla morte di Cucchi (in corso in Corte
d’assise d’appello e in cui sono imputato cinque carabinieri, tre per il
pestaggio).
Allo stesso modo, precisa l’Ansa, sono completamente
estranei all’indagine anche gli altri ufficiali, il colonnello
Alessandro Casarsa, già comandante del Gruppo Roma e il maggiore Paolo
Unali, ex comandante della Compagnia Casilina.
Ma procediamo con
ordine. Il fascicolo che ora vede indagato Soligo è stato aperto dopo la
testimonianza resa in aula da Francesco Di Sano.
L’appuntato, che
nel 2009 prese in consegna Cucchi a Tor Sapienza, davanti a due
annotazioni redatte dalla sua stazione il 26 ottobre 2009 e che
attestavano lo stato di salute di Cucchi, afferma che sono state
modificate. Nella prima annotazione c’è scritto che Cucchi riferiva di
“non poter camminare, veniva comunque aiutato dal personale della Pmz
(Pattuglie mobili di zona, ndr) Casilina a salire le scale”. Circostanza
che scompare completamente nella seconda annotazione.
In aula, ad
aprile scorso, quindi Di Sano ammette le manomissioni e tira in ballo
la scala gerarchica, a partire dall’allora suo comandante, Massimiliano
Colombo.
Così quest’ultimo, con Di Sano stesso, viene indagato per
falso. Nello stesso procedimento finisce anche Soligo, che nel
frattempo ha lasciato la stazione nella periferia romana ed ora è
distaccato allo Stato maggiore della difesa, senza un incarico
operativo.
Come ha ricostruito Il Fatto nei giorni scorsi, anche
Soligo era presente a una riunione organizzata a novembre del 2009,
quando il Comando gruppo carabinieri Roma convoca i militari coinvolti
nella vicenda Cucchi. In questa riunione c’erano anche Alessandro
Casarsa (oggi comanda i Corazzieri che proteggono il Quirinale) e i
comandanti delle compagnie Casilina e Montesacro, i colonnelli Paolo
Unari e Luciano Soligo.
Ieri Il Fatto ha provato a contattarlo
senza riuscirci. Giorni fa però il tenente colonnello aveva chiarito di
non aver mai letto alcuna annotazione sul caso Cucchi. “I militari che
arrestarono Cucchi non dipendevano da me – ha spiegato –. Tor Sapienza
che invece dipendeva da me aveva la disponibilità delle camere di
sicurezza e Cucchi fu portato lì. Io quella vicenda non l’ho seguita
molto”. Delle relazioni di servizio “non ne so nulla” e in ogni modo,
precisa “furono richieste dal Comando provinciale, quindi non passarono
da me”. Da Tomasone, quindi?. Soligo conferma e poi aggiunge: “Se il
Comando provinciale chiede delle relazioni, di norma va direttamente a
chi l’ha chiesta. Io non le ho mai viste”.
Ieri Tomasone ha ribadito di non aver avuto alcun ruolo nei presunti falsi.