lunedì 22 ottobre 2018

Il Fatto 22.10.18
“Diamoci un taglio”: arriva Jacobin Italia nel paese orfano del Partito comunista
A novembre il primo numero del trimestrale


Jacobin Magazine negli Stati Uniti ha rappresentato un primo segnale del risveglio della sinistra “socialista”. Una rivista nuova, ispirata alla rivolta dei giacobini neri di Haiti scoppiata subito dopo la Rivoluzione francese. Oggi quella rivista avrà una “sorella” in Italia. La casa editrice Alegre, infatti, diretta da Giulio Calella, si appresta a pubblicare Jacobin Italia – il primo numero trimestrale uscirà a novembre, mentre il sito sarà pronto tra qualche giorno – un’iniziativa per “trovare le parole, rimettere mano alle teorie e raccontare le storie che meglio spiegano le contraddizioni e che forniscono strumenti pratici per l’azione collettiva”. La redazione è ampia e plurale e vede scrittori come Wu Ming e Alberto Prunetti, ricercatrici come Marta Fana, Francesca Coin o Sara Farris, giornalisti come Giuliano Santoro, il redattore europeo di Jacobin Usa, David Broder, autore dell’articolo di queste pagine, e molti altri.
“In questo Paese senza sinistra non ci sono modelli da importare” dicono i promotori della rivista, per questo Jacobin sbarca in Italia in forma autonoma. “Sfideremo la crisi della carta stampata ma intervenendo anche quotidianamente attraverso il sito internet. Vivremo anche nella società, promuovendo e sollecitando momenti di discussione collettiva. Iscriversi al Club dei Giacobini che si costituì nella Francia rivoluzionaria nel 1790 costava 36 lire. Associarsi alla nostra avventura giacobina costa 36 euro”.