Il Fatto 19.10.18
Militari in Libano, no alla liberatoria
Stato maggiore - Censura alla “Garibaldi” dopo la denuncia del “Fatto”
di Antonio De Marchi
“Si
tratta di un’iniziativa impropria in quanto né lo Stato maggiore
dell’Esercito né altri Comandi hanno mai dato disposizioni in tal senso
(…) tale atto non rientra nelle direttive (…) un errore interpretativo a
cui si è posto rimedio dando immediatamente l’ordine di cessare la
distribuzione del documento e di ritirare quelli già compilati e
sottoscritti”.
Lo Stato maggiore dell’Esercito prende le distanze
dal documento di esonero da responsabilità fatto firmare nei giorni
scorsi ai militari della Brigata Garibaldi che nelle prossime settimane
verranno inviati in Libano. Ieri avevamo denunciato come fosse stato
fatta sottoscrivere a donne e uomini dell’unità, “consapevoli dei rischi
ambientali e alimentari”, una dichiarazione che liberava
l’amministrazione militare “da ogni responsabilità civile e penale,
anche oggettiva” in conseguenza dell’impiego in teatro operativo. Il
testo tra i militari della Garibaldi aveva creato malumore. Ma
evidentemente neppure in vertici dell’Esercito l’hanno apprezzato. Anzi,
deve aver provocato non poco imbarazzo a giudicare dalla tempestività
con cui ne hanno preso le distanze e annunciato l’avvio di un
“necessario approfondimento d’indagine interno” provvedendo alla
“valutazione/adozione dei necessari provvedimenti nei confronti del
personale responsabile”.
Una mossa a dir poco maldestra, per di
più in un momento in cui l’attenzione per i temi della salute del
personale è molto alta. E non solo perché al vertice del dicastero c’è
una ministra che ne ha più volte ribadito l’importanza.
Significativo
anche l’incontro della Trenta con Domenico Leggiero, ex maresciallo da
anni animatore delle attività di denuncia e sostegno alle vittime
dell’uranio impoverito. Leggiero è molto critico. “In questa vicenda non
c’è nulla in buonafede. Le gerarchie in questi anni hanno sempre tenuto
un atteggiamento negazionista” e ricorda come l’avvocato Angelo Fiore
Tartaglia abbia ottenuto ben novanta sentenze, avallate anche in
Cassazione, che confermano il nesso tra l’impiego nei teatri e le morti
per uranio. Sulla pagina Facebook di Leggiero, a proposito della
liberatoria, Tartaglia scrive come sia “un documento illegittimo ed
incostituzionale” ma che fa emergere “la consapevolezza dell’apparato
militare” sui rischi di queste missioni.
Interviene anche il
luogotenente Pasquale Fico del consiglio centrale della rappresentanza
militare. Fico ha all’attivo numerose missioni all’estero e, se da una
parte apprezza la posizione dei vertici, dall’altra sollecita più
attenzione. “Oggi ci sono numerose disposizioni a tutela della salute,
ma spesso sono gestite in modo burocratico. Non basta infilare un
certificato in un fascicolo personale. Servono prassi concretamente
attive e soprattutto prolungate nel tempo”.