Il Fatto 12.10.18
I neonazi che aiutano i siriani (a casa loro)
“Qui da Assad tutto bene” - Un’Ong promuove il ritorno dei rifugiati dalla Germania
di Michela A. G. Iaccarino
Biondo
e pallido sotto il sole rovente di Siria, il ragazzo con la maglia
grigia, su cui c’è scritto Aha, rassicura parlando con voce piana,
guardando dritto nell’obiettivo: “Rifugiati, potete tornare a casa”.
Sullo sfondo c’è un panorama di rocce e quiete, in primo piano
l’acronimo di tre lettere, Aha: associazione aiuto alternativo, Ong
vicina al German Identitare Bewegung, ala sorella del “movimento
identitario tedesco”. Quello che si batte per l’Europa bianca e
cristiana, per una Germania solo “patria, libertà e tradizione”. La
destra tedesca è tornata in Medio Oriente.
A quasi 60 chilometri da
Damasco, nel villaggio cristiano di Maaloula, in una zona controllata
dalle truppe del presidente Assad, i ragazzi sono arrivati a
testimoniare “la stabilità della regione”. Si rivolgono direttamente ai
profughi in Germania, Europa: possono ricostruire vite, destini e case,
tornare in quella patria che, – dimenticano però di ricordare –, è
diventata tomba per almeno 400 mila persone da quando il conflitto è
cominciato. Queste sono le ultime cifre approssimative Onu, risalgono al
2016 e nessuno ha mai più avuto un numero preciso dopo allora.
Il
primo ragazzo del video di propaganda è Mario Muller, cede la parola al
secondo: stessa maglietta, stesso colore di capelli, stesse spalle
larghe. Stesso messaggio: l’aria di Siria è tranquilla, “il paese ha
bisogno di essere ricostruito dai suoi abitanti”, l’ong dell’ultradestra
tedesca, fondata nell’estate del 2017, è pronta a dare una mano. “Il
nostro obiettivo è portare un contributo dove necessario”. Lo chiamano
“aiuto patriottico”: invitano i loro sostenitori a donare 50 dollari al
mese per “adottare” una famiglia siriana. Nel 2017 hanno raccolto quasi
60mila euro per la barca Defend Europe, che prese il largo solo per
monitorare le Ong che salvavano rifugiati.
“L’obiettivo è aiutare le
persone localmente”. Gli Aha forniranno sussidio finanziario, “ogni euro
speso in Germania per integrazione, aiuti farebbe molto di meglio in
Siria”. Non è la prima volta che i biondi della destra di Berlino si
sporcano gli anfibi con le sabbie dei deserti orientali. Al conflitto
siriano si erano già avvicinati dal Libano, quando lo scorso giugno, in
un campo profughi nei pressi della valle della Bekaa, si erano
posizionati davanti alle telecamere per dire “disastri, povertà,
violenza sono le ragioni per cui si abbandona la patria”. Avevano già
smesso di usare i loro vecchi slogan: “Via i migranti”, per sostituirli
con quelli nuovi: vi aiutiamo a casa vostra.