Il Fatto 11.10.18
Il commissario Ue Vladimir Ilic Lenin e il soviet di via Solferino
di Marco Palombi
Noi,
lo dobbiamo ammettere, siamo avidi lettori dell’organo del proletariato
noto come Corriere della Sera che ieri, com’è sua abitudine, ci ha
spiegato l’attuale situazione ricorrendo a un antico detto di Lenin:
“Compagna – disse Vladimir Ilic ad Angelica Balabanoff – ti ha mai
colpito il fatto che l’Italia non ha carbone?”. Ci spiega il compagno
giornalista che “il messaggio è chiaro: l’Italia la rivoluzione non la
può fare, perché non ha il carbone”. Il carbone oggi, è la tesi, sono i
mercati finanziari: “Ed è un’ironia che il rivoluzionario più fanatico
della storia dovesse ricordare agli italiani lo stesso principio di
realtà che oggi è l’Unione europea a rappresentare: quali che siano gli
orientamenti della massa dei disoccupati e di coloro che si sentono
defraudati del futuro, non c’è alternativa”. Ed è un’ironia ancora
maggiore, diciamo così, reclutare “il rivoluzionario più fanatico” alla
causa del Tina (there is no alternative) e dello status quo come un
Moscovici qualunque. Per le prossime puntate, suggeriamo al foglio dei
soviet di via Solferino ulteriori riflessioni attorno ad altre sentenze
del suo rivoluzionario di riferimento. Tipo: “Gli Stati Uniti d’Europa
in regime capitalistico sarebbero o impossibili o reazionari”. Oppure,
restando al there is no alternative, “per fare una frittata bisogna
rompere qualche uovo”. E qui, già che siamo ai fornelli, interrogarsi su
una bizzarra omissione di Lenin: se “il cuoco deve imparare a governare
lo Stato”, che faranno i camerieri?