mercoledì 3 ottobre 2018

Corriere 3.10.18
Amore e salute Il neurologo Rosario Sorrentino indaga con un romanzo (Mondadori) gli attacchi di panico
Nella prigione della malattia scoprire che la libertà è a un passo
di Carlo Baroni


Amore e salute Il neurologo Rosario Sorrentino indaga con un romanzo (Mondadori) gli attacchi di panico
Nella prigione della malattia scoprire che la libertà è a un passo
di Carlo Baroni
La nemica è di quelle che non puoi guardare negli occhi. È astuta e vigliacca. Ti attacca alle spalle. Non dorme e non mangia. Si avvicina mentre sei in coda al supermercato. O sulla panchina di un parco. Una «bestia» immonda. I medici la chiamano «attacco di panico». Che detto così sembra solo una patologia tra le tante. Per Laura, invece, è l’inizio di un nuovo mondo. Ostile e imprevedibile. Lei che prima sembrava impermeabile alle debolezze. Una donna di successo. Altera e determinata. Cattiva, persino. Capace di fare terra bruciata. Di calpestare gli altri. Che pretende il meglio. E non importa come. Così quando finisce nel gorgo si chiede se non sia colpa sua o una punizione divina. Ma davvero c’è un momento in cui tutto comincia? O doveva andare così e basta? Colpa del destino o del tuo dna che, forse, sono la stessa cosa?
Attacco di panico è un romanzo e una bussola per ritrovare una strada che la «bestia» ha devastato e nascosto tra i rovi. L’autore, Rosario Sorrentino, è un medico, un neurologo, divulgatore scientifico, impegnato a smascherare queste «bugie del cervello».
Per Laura, la protagonista, il viaggio all’inferno comincia per gradi, un giorno in auto che sta per andare a comprare una casa. Il cuore che batte all’impazzata, il sudore che ti avvolge, il non capire quello che sta succedendo. E poi il pronto soccorso. Circondata da infermiere distratte e un medico che la liquida con una diagnosi di stress. Ma lei sa che non è solo tensione accumulata. La «bestia» si è fatta strada dentro di lei senza chiederle il permesso di soggiorno. Sta lì, silenziosa, pronta a sbranarla.
Nel lettino a fianco un giovane uomo, Riccardo, l’unico in quella umanità ad accorgersi di lei davvero. A guardarla, parlarle. Un salvagente da afferrare subito. La ragione dice di farlo, tutto il resto (cuore, istinto, nervi) la sbatte dall’altra parte. Laura viene dimessa, ma non è guarita. Il terrore di ricadere in balia della «bestia» la costringe a restare davanti al pronto soccorso. L’auto è diventata la sua casa. Il perimetro della sua vita tra il bar di fronte e un supermercato. Il resto è una scatola di lamiera e vetri che la protegge. Si rende conto di cadere, di non potercela, di non volercela fare. E neanche Daniela, l’amica del cuore, riesce a smuoverla. Laura la maltratta: è il suo modo per non coinvolgerla nel dramma. Con Riccardo è anche peggio. È nato un sentimento di quelli difficili da comprendere. Per lui è amore, non compassione. Lei avrebbe voglia di lasciarsi andare. Seguirlo, fidarsi di lui. Ma la «bestia» è gelosa. Non vuole rivali. La possiede senza ritegno. E non c’è solo il male.
Il parcheggio è nel territorio di una banda di criminali. Gente senza scrupoli. Laura diventa la preda indifesa, un oggetto che si può far fruttare. Magari nel traffico di organi. Nessuno si accorgerebbe della sua scomparsa. Il suo rene venduto e lei che ci ricava persino dei soldi. Laura li affronta. Per un momento ritrova il piglio altero.
Ma la lotta è impari. E lei non vuole farsi aiutare. Un medico paziente la avvicina. Le spiega che la soluzione, lenta, faticosa, lunga sta in una cura. Laura non si fida. Odia i farmaci. Ha paura che la trasformino. Le «rubino» la coscienza. La riducano in schiavitù. E ha il terrore di morire soffocata da una pastiglia. Il medico non desiste. Riccardo le sta accanto. Dalle pastiglie si passa alle gocce. Laura cede. Poco per volta. E attorno, al di là della «bestia» c’è ancora la banda di criminali. E Riccardo da proteggere. La paura fuori di te la puoi riuscire a piegare.
Perché la vedi, ha una faccia. Parla e si muove. La puoi anticipare, contrastare, sconfiggere. La «bestia» no. La battaglia ha bisogno di strategie creative. E chi ti dà coraggio non sa cosa provi. E tu non puoi spiegarglielo. Solo restare in attesa. Di un altro attacco. Dovunque. A qualunque ora. Sai che la battaglia sarà lunga, mai disperata, però.