venerdì 12 ottobre 2018

Corriere 12.10.18
L’attore ebreo e la reporter araba: il matrimonio che turba Israele

Sposi in segreto, minacce dagli estremisti
di Davide Frattini


GERUSALEMME Ha imparato l’arabo in famiglia — famglia — padre di origine marocchina, madre yemenita — e ha dovuto perfezionare la parlata palestinese quando è stato arruolato nel Duvdevan, l’unità speciale che opera sotto copertura in Cisgiordania. Gli stessi raid che ha interpretato davanti alle telecamere nella serie tv Fauda .
L’attore Tzachi Halevy ha voluto mantenere clandestina anche l’ultima missione: sposare la giornalista televisiva Lucy Aharish. Lui ebreo, lei musulmana. La cerimonia di mercoledì sera è rimasta segreta fino a dopo il sì, perché la coppia immaginava quel che è successo all’annuncio pubblico: proteste della destra al governo in Israele, rischio di minacce tra gli estremisti arabi. Tzachi e Lucy sono stati fidanzati per quattro anni, lo sapevano solo pochi amici e i parenti, adesso rappresentano le prime celebrità israeliane a formare una famiglia, l’unione — non hanno alternativa — è civile. La notizia è stata divulgata dal presentatore Guy Pines nel suo programma serale, uno dei primi condotti da Lucy. Anche la rivelazione è stata gestita attraverso persone fidate.
A Halevy i deputati o ministri conservatori non sembrano perdonare di aver prima incarnato per gli spettatori locali e in tutto il mondo (su Netflix) un massiccio a volte brutale ufficiale del Duvdevan — che in ebraico significa ciliegia — e poi di aver sputato il nocciolo nazionalista sposando un’araba-israeliana. Che è stata accusata via Twitter dal deputato Oren Hazan di «aver sedotto un ebreo»: «Sono sicuro che il suo obiettivo non sia danneggiare la nostra nazione e prevenire la progenie ebrea dal prolungare la dinastia. Quindi è benvenuta: la invito a convertirsi». A Halevy dice di volersi «islamizzare» e avverte tutti e due: «Basta con l’assimilazione».
Anche Aryeh Deri, ministro dell’Interno e leader del partito religioso Shas, incita la giornalista alla conversione: «Non dobbiamo incoraggiare queste unioni nonostante l’amore. I loro figli avranno problemi in Israele. L’assimilazione ci mette in pericolo, sta consumando il nostro popolo: nello Stato di New York ormai vivono meno ebrei che subito dopo l’Olocausto». Hazan può essere solo un parlamentare in cerca di notorietà o che prova a far dimenticare agli elettori perché ricordano il suo nome: ha gestito casinò in Bulgaria ed è sospettato — lui smentisce — di aver fatto girare prostitute e cocaina assieme alla roulette. Ma le sue frasi sono condannate anche da colleghi nella coalizione al potere («Disgustoso, in questo giorno la coppia si ricordi solo delle benedizioni e degli auguri», dice Meirav Ben Ari di Kulanu) e sono viste come il segno di un razzismo radicato: «Rivelano il lato oscuro del Likud al governo», commenta Yoel Hasson, mentre Shelly Yachimovich condanna i fanatici del «sangue puro».
Lucy Aharish è stata la prima araba israeliana a condurre un telegiornale all’ora di punta. I genitori sono originari di Nazareth, lei è cresciuta nel Negev, dove il partito del premier Netanyahu ha sempre raccolto consensi. Si è ritrovata a essere «una musulmana di destra — ha raccontato —, tifavo perfino il Beitar Gerusalemme», i cui tifosi ultranazionalisti e razzisti non vogliono permettere a calciatori arabi di giocare. Da allora dice di essersi spostata a sinistra.
Come Lior Raz, l’ideatore e protagonista di Fauda, Tzachi Halevy è stato arruolato nelle forze speciali proprio perché parlava già l’arabo come lingua madre. E in arabo canta con il suo gruppo musicale.