Corriere 11.10.18
L’ammissione
Pechino ha aperto campi per «rieducare i musulmani»
«Educare
e trasformare» i soggetti influenzati dall’estremismo religioso,
riabilitarli in «centri di addestramento professionale». È la nuova
legge dello Xinjiang, la regione più estesa della Cina, la più
occidentale, il bacino di gran parte delle sue risorse di carbone, gas
naturale e petrolio. Un Far West abitato da 11 milioni di uiguri
musulmani, dove Pechino combatte da anni un movimento ostile al potere
centrale e alla penetrazione degli han (la stragrande maggioranza della
popolazione cinese). Da mesi si parla della linea dura seguita dalle
autorità, ci sono state proteste internazionali guidate dagli Stati
Uniti per le testimonianze insistenti sulla costituzione di campi di
rieducazione e sullo spostamento in massa di uiguri e altre minoranze
musulmane in altre zone del Paese. Pechino aveva smentito, accusando gli
occidentali di doppiopesismo opportunista: gli estremisti islamici
violenti sono sempre definiti terroristi in Europa e America, mentre
sono considerati degli oppressi se sono in Cina. Ora se Pechino ha
deciso di rendere noto il sistema di rieducazione dei musulmani
significa che lo scontro è arrivato a un punto di svolta. Da qualche
anno sono stati segnalati mujaheddin uiguri sul fronte siriano, contatti
con Al Qaeda e i talebani in Afghanistan, tutti combattenti che
sarebbero pronti a tornare nello Xinjiang per lanciare una guerriglia
separatista. Numerosi e sanguinosi gli attentati contro polizia e civili
negli anni scorsi.