mercoledì 10 ottobre 2018

Corriere 10.10.18
Ricorso al Tar per le motovedette libiche
di Monica Ricci Sargentini


Governo Gentiloni sotto accusa per l’utilizzo di parte dei soldi del Fondo Africa per finanziare il funzionamento delle motovedette libiche. Oggi il Tar del Lazio esaminerà il ricorso presentato dall’Asgi, l’associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione, cui si sono unite Amnesty International, l’European Council on Refugees and exiles (Ecre) e l’International Commission of Jurists-European Institutions (Icj). Era stato il governo Renzi con la legge di bilancio 232/2016 a stanziare 200 milioni di euro «per interventi straordinari volti a rilanciare il dialogo e la cooperazione con i Paesi africani d’importanza prioritaria per le rotte migratorie». Ma nel 2017 l’allora presidente del Consiglio Paolo Gentiloni insieme all’allora ministro dell’Interno Marco Minniti e a quello degli Esteri Angelino Alfano avevano deciso di destinare due milioni e mezzo di euro alle competenti Autorità libiche «per migliorare la gestione delle frontiere e dell’immigrazione, inclusi la lotta al traffico di migranti e le attività di ricerca e soccorso». In particolare gli aiuti italiani sono serviti a rimettere in efficienza quattro motovedette e ad addestrare l’equipaggio destinato a guidarle. Un uso inappropriato di quei soldi secondo i ricorrenti, soprattutto tenendo presente il fatto, come ha sottolineato Amnesty, che «le autorità libiche nella gestione dei migranti compiono gravi violazioni dei diritti» e l’Italia non dovrebbe quindi finanziarle. Anche perché, come ha ammesso ieri il ministro degli Esteri Enzo Moavero, «la Libia non può considerata porto sicuro». Per l’avvocatura dello Stato, che difende il governo, il ricorso è inammissibile perché gli atti di governo non sono impugnabili davanti al Tar, per Asgi e Amnesty si tratta,invece, di atti amministrativi certamente discutibili davanti ad un giudice e non «atti di governo» per il solo fatto che hanno ad oggetto le politiche migratorie . Toccherà ai giudici del Tar sbrogliare la questione che ha assunto, inevitabilmente, un valore politico.