giovedì 6 settembre 2018

Repubblica 6.9.18
Le primarie
Il voto di mid-term
Ribelli e radicali così Insurgency spacca i dem Usa
Donne, liberal, multietnici: i nuovi candidati specchio dell’altra America
di Federico Rampini

NEW YORK Insurgency, insurrezione, rivolta dal basso. E’ così che comincia a essere descritta questa stagione delle primarie, che devono riempire le caselle dei candidati per il voto di mid-term il 6 novembre: senatori, deputati, governatori. L’ultimo segnale "rivoluzionario" viene da Boston, una delle roccaforti del partito democratico, quella in cui regnò per generazioni la dinastia Kennedy. A vincere le primarie per un seggio alla Camera che rappresenterà il Massachusetts è stata Ayanna Pressley: donna, afroamericana, e molto vicina alla senatrice Elizabeth Warren che rappresenta l’ala sinistra del partito. Niente a che vedere, insomma, con quei clan italo-irlandesi che per decenni fecero il bello e il cattivo tempo.
La vittoria di Pressley è stata subito paragonata ad un altro risultato-shock di un’altra primaria democratica: la vittoria di Alexandria Ocasio-Cortez per la candidatura al Congresso nel 14mo distretto di New York.
Ocasio-Cortez ha 28 anni, è figlia di una donna delle pulizie portoricana, e ha avuto l’endorsement del "socialista" Bernie Sanders, colui che sfidò Hillary Clinton per la nomination del 2016. Contro di lei correva un notabile del partito. Un caso analogo è accaduto in una primaria in Florida: per l’elezione a governatore di quello Stato, la base democratica ha scelto a sorpresa un candidato afroamericano, il sindaco di Tallahassee Andrew Gillum: anche lui sponsorizzato da Sanders, ha sbaragliato quattro candidati dell’establishment.
Donne, giovani, neri, ispanici: l’onda insurrezionale sta cambiando i connotati del partito democratico, la fisionomia con cui si presenterà alle urne tra due mesi. In questo clima anti-establishment, ci sta pure l’annuncio di Rahm Emanuel che non si ricandiderà come sindaco di Chicago. Per certi aspetti era prevedibile, o auspicabile: Chicago continua ad essere una delle metropoli più insicure d’America, in molti quartieri la situazione dell’ordine pubblico è disastrosa, le sparatorie sono all’ordine del giorno. Emanuel con un bilancio del genere non è certo un sindaco dalle credenziali forti. Però è un personaggio-chiave: amico da sempre dei Clinton, fu anche scelto da Obama come suo chief of staff alla Casa Bianca. Sia pure sconfitto dal suo malgoverno, è un altro pezzo di classe dirigente tradizionale che se ne va.
Tutto questo rimescolamento, affermazione femminile, rinnovamento generazionale, etnico e politico, va visto nello scenario più generale. Anzitutto, i sondaggi — da maneggiare con cura — danno i democratici vincenti alla Camera, ma con la possibilità che i repubblicani conservino una risicata maggioranza al Senato. Se è vero, questo significa che nel paese non soffia un vento impetuoso a favore dell’opposizione di sinistra. La battaglia è ancora aperta. A maggior ragione molti risultati, seggio per seggio e Stato per Stato, dipenderanno dalla qualità delle candidature. Chi pensava di cavalcare una "automatica" ondata democratica, da sfruttare con candidature di routine e riconferme di volti noti, deve ricredersi.
Interessante è anche quello che accade sul fronte opposto: il partito repubblicano si "trumpizza". Nonostante tutte le critiche al presidente — soprattutto dalla stampa liberal — e nonostante l’effetto-nostalgia creato dal funerale di John McCain, non c’è un ritorno dei repubblicani all’alveo della tradizione moderata. Prevalgono nelle primarie soprattutto candidati che ostentano fedeltà a questo presidente, perché è ciò che vuole la base che partecipa alle primarie (cioè solitamente la frangia più militante e radicale).
A questa "trumpizzazione" del Grand Old Party, nel partito democratico si danno risposte divaricanti. A New York emerge un personaggio come Cynthia Nixon, socialista e lesbica militante, che tenta di scalzare (con pochissime chance) il potente e dinastico governatore democratico Andrew Cuomo. Ma nell’America di mezzo, la più conservatrice, spesso i democratici puntano su personaggi ultra-moderati, com’è accaduto in Pennsylvania.