giovedì 27 settembre 2018

Repubblica 27.9.18
Il congresso Labour
Corbyn, sfida da sinistra ai populisti
Bandiera rossa dal palco
Jeremy Corbyn saluta i delegati al congresso laburista di Liverpool al termine del suo discorso sulle note di "Red flag"
Il leader infiamma la platea di Liverpool: "Basta con l’avidità del capitalismo senza regole". E spera nella premiership in caso di elezioni anticipate. La formula rosso- verde e l’influenza sugli altri partiti progressisti
di Enrico Franceschini


LIVERPOOL Al collo ha una cravatta rossa, diventata l’accessorio d’obbligo per quasi tutti i dirigenti maschi del suo partito: e qualcosa di rosso spicca anche nell’abbigliamento delle dirigenti. In platea domina il rosso: sui cartelli, sulle magliette, negli striscioni che proclamano "Love Corbyn". E com’è tradizione da tre anni, cioè da quando Jeremy Corbyn è stato sorprendentemente eletto leader del Labour, a conclusione del suo discorso si ritrovano tutti sul palcoscenico a cantare il vecchio inno "Red Flag", Bandiera Rossa. Con il pugno chiuso alzato, naturalmente.
Eppure, per quanto la coreografia sembri vintage per non dire obsoleta, l’intervento di ieri all’annuale congresso laburista ha rafforzato le chances di diventare primo ministro di colui che fino al 2015 era l’isolatissima " primula rossa" del partito. « Orazione da premier » , commenta la Bbc. « Retorica, ma funziona » , riconosce il Financial Times. L’atto retorico consiste nel cercare di spostare il radicalismo al centro. Di fare del socialismo una formula tranquillizzante, benefica per tutti. Non è detto che l’operazione riesca, ma potrebbe essere la tattica per portare Corbyn a Downing Street nel giro di pochi mesi, se a causa della Brexit, com’è possibile, nel Regno Unito ci saranno presto elezioni anticipate. Il leader laburista offre ai delegati di Liverpool e al paese una narrazione convincente. « Giusto dieci anni fa il concetto di avidità è bello ( celebre battuta del film " Wall Street", ma questo non lo dice, ndr.), e del capitalismo finanziario deregolato che esso rappresenta, lodato per una generazione come l’unico modo di guidare un’economia moderna, crollò con devastanti conseguenze » , comincia Corbyn. «Ma invece di fare i necessari cambiamenti, l’establishment ha preservato lo stesso sistema che ha condotto al collasso l’economia mondiale » . Il risultato, continua, non è stato solo stagnazione e tagli alla spesa pubblica, ma anche «crescita di razzismo e xenofobia, crisi della democrazia qui e all’estero » . Se non sarà la sinistra a offrire una soluzione radicale a tutto ciò, ammonisce il 69enne capo del Labour, «altri riempiranno il gap con la politica dell’odio e della divisione ». Non nomina il populismo, ma è chiaramente a quello che allude. E il successo della sua operazione sarà decisivo anche per orientare dibattiti e congressi di tutta la sinistra europea, Italia compresa, in vista del voto del 2019 per rinnovare il Parlamento di Strasburgo.
Così, mentre dall’assemblea dell’Onu a New York Theresa May annuncia di voler portare le tasse in Gran Bretagna al livello più basso di tutto il G20, « un regalo a pochi, pagato da molti» lo liquida lui, Corbyn promette una «alternativa all’austerity » , una « trasformazione radicale» dell’economia con nazionalizzazioni e distribuzione di azioni dalle grandi aziende ai dipendenti. Anche sulla Brexit vorrebbe unire: pur senza escludere un secondo referendum, indica che se andrà al potere cercherà di negoziare un accordo con la Ue che « difenda gli interessi dei lavoratori e tenga aperta la frontiera della pace in Irlanda del Nord». Se la premier May raggiungerà un’intesa del genere con Bruxelles, ipotizza che sarebbe perfino pronto ad appoggiarla. Altrimenti il suo Labour voterà contro, se il piano sarà bocciato chiederà elezioni anticipate e se le vincerà costruirà « una rivoluzione verde del lavoro » , con 400 mila nuovi posti e il 60 per cento del fabbisogno nazionale ricavati dalle energie rinnovabili. «C’è una lezione nel suo modo di suscitare entusiasmo, anche se le sue ricette non sarebbero applicabili in Italia», osserva il deputato del Pd Massimo Ungaro, venuto a vederlo da vicino. Ma non è più impossibile immaginare che Jeremy Corbyn, cantando Bandiera Rossa, finisca per conquistare il potere.