giovedì 27 settembre 2018

Corriere 27.9.18
Loredana Berté e la copertina del nuovo disco rock
«La camicia di forza, ricordo di un ricovero psichiatrico»
di Mario Luzzatto Fegiz


Non è indispensabile essere «matti» per diventare una rockstar. Però aiuta. Fra le tante intuizioni di LiBerté, sincope di Libertà e Berté, che esce oggi a 13 anni da Babyberté, spicca quella contenuta nel brano Davvero: «Per far luce bisogna bruciare», che sintetizza alla perfezione il destino maledetto delle grandi rockstar.
Sull’onda del trionfo estivo con Non ti dico no con i Boomdabash, arriva un disco visceralmente rock nei suoni, nei testi e nelle atmosfere, a tratti fortemente autoreferenziale. A cominciare dalla copertina nella quale l’artista indossa una camicia di forza «ricordo di una disavventura psichiatrica di qualche anno fa». La Bertè allude a un episodio del 2002, quando, dopo una lite con i vicini, fu ricoverata contro la sua volontà nel reparto psichiatrico del Policlinico di Milano. In quell’occasione la cantante fu immobilizzata con la camicia di forza.
Sia LiBerté, brano che dà il titolo all’album, sia Anima Carbone, sono una sorta di manifesto programmatico. «Se Dio ha barato a mio sfavore dovrà saldare il conto con la mia anima carbone», ruggisce in uno dei pezzi più amari e intensi del disco. Il messaggio complessivo è: viva la diversità, no al conformismo del branco, no al bullismo. L’elogio della follia nelle note di copertina chiama in causa Aristotele che scriveva: «Non esiste grande genio senza una dose di follia». Il segreto della riscossa per tutti è: «Non aver paura di sbagliare».
«LiBertè — spiega Loredana — è l’essere fedeli al proprio io anche a costo di essere tacciati di follia, perché il pensare con la propria testa può liberarti dalla camicia di forza imposta dalle regole sociali. È un inno alla libertà di essere sé stessi. Senza compromessi. Perché quando si è se stessi si è unici». «Questo mondo è un luna park ma non è sempre divertente» canta Loredana in Maledetto luna park mentre spicca anche Messaggio dalla luna scritta da Ivano Fossati, ritratto di un’edonista radicale che vive alla giornata. Altro brano significativo Tutti in paradiso, rock duro e affollato di suoni che se la prende con i cattivi, i bari e i disonesti che la fanno sempre franca in un clima di diffusa impunità in cui «prescrizione» è la parola magica. In Babilonia si parla di «acqua alla gola». A chi pensava? «A Equitalia».
«LiBerté — sottolinea Loredana — sono dieci racconti. Descrivono una donna che non si accontenta di essere un’icona. Racconto la fatica per uscire da un incubo che non voleva saperne di lasciarmi in pace». In tour dal 27 novembre dal Teatro Nazionale di Milano.