mercoledì 26 settembre 2018

Repubblica 26.9.18
Tra Cina e Usa ora l’Europa batta un colpo
di Bruno Le Maire


Un anno fa, nel suo discorso alla Sorbona, il presidente della Repubblica Emmanuel Macron presentava le sue proposte per ridare nuovo slancio alla costruzione europea. Un anno fa tracciava una via senza ambiguità: niente Europa senza valori, senza ambizione e senza risultati concreti per i suoi cittadini.
Scommetteva sulla costruzione di un’Europa unita, forte e democratica.
I nostri sforzi per fare dell’Eurozona un polo di crescita e stabilità hanno avuto esito positivo. Nel giugno scorso, Macron e la cancelliera Angela Merkel hanno concluso a Meseberg un accordo storico. La Francia e la Germania riconoscono la necessità di dotare l’Eurozona di un suo bilancio. Questa ambizione dobbiamo ora condividerla con i nostri vicini e partner dell’Eurozona da qui alla fine dell’anno, per concretizzare e dar vita a questo accordo franco-tedesco. Abbiamo rafforzato gli strumenti per lottare contro l’evasione fiscale e la pianificazione fiscale aggressiva, due fenomeni profondamente intollerabili, oggi ancora più di prima. Abbiamo rafforzato la trasparenza per lottare contro le scatole vuote e creato una lista nera europea per sanzionare gli Stati che aiutano gli evasori a non pagare le imposte dovute. Abbiamo fatto della giustizia fiscale in campo digitale la nostra battaglia principale. Siamo decisi a fare in modo che l’Europa si doti, di qui alla fine dell’anno, di un sistema di tassazione equo dei colossi del digitale.
Queste imprese pagano 14 punti percentuali di tasse in meno della media. È una situazione inaccettabile, ingiusta e rivoltante. Ed è anche inefficace per gli Stati, che si vedono privati di introiti importanti. Abbiamo convinto una ventina di Paesi a schierarsi a favore della proposta francese, ripresa dalla Commissione, di una tassa sul fatturato di queste imprese digitali, in attesa che si trovi una soluzione di consenso a livello internazionale. Contro le minacce di guerra commerciale brandite dagli Stati Uniti, abbiamo dimostrato che siamo capaci, noi europei, di rispondere collettivamente e difendere i nostri interessi economici e industriali. Contro le sanzioni extraterritoriali americane, l’Europa ha reagito in blocco: non accettiamo che gli Stati Uniti, o qualunque altra potenza, si ergano a gendarmi del commercio mondiale. Lavoriamo dunque a una soluzione che possa consentire all’Europa di commerciare liberamente con tutti i partner di sua scelta senza subire le sanzioni di un Paese terzo, com’è successo in Iran.
Contro i rischi degli "investimenti di rapina", abbiamo fatto la scelta di non essere più ingenui e di difendere i nostri interessi. Siamo giunti a un accordo per controllare meglio gli investimenti esteri nei nostri settori strategici.
L’Europa deve aiutarci anche a fare in modo che la nostra industria rimanga all’avanguardia, in particolare per quanto riguarda le innovazioni dirompenti. Le forze contrarie sono più presenti che mai: tra una Cina aggressiva e un’America che volta le spalle ai suoi alleati, è ora che l’Europa batta un colpo. Di fronte all’ascesa dei populismi e degli estremisti, dobbiamo rispondere alle aspirazioni dei nostri concittadini europei attraverso azioni concrete: più giustizia, più sovranità e più protezione.
Bruno Le Maire è il ministro dell’Economia e delle Finanze francese © LENA, Leading European Newspaper Alliance ( Traduzione di Fabio Galimberti)