Repubblica 24.9.18
Rino Formica
"Quell’audio è una confessione di ignoranza al potere"
di Concetto Vecchio
ROMA Rino Formica, da ex ministro delle Finanze cosa ha pensato quando ha sentito l’audio di Rocco Casalino?
«Che una persona senza limiti lo è anche nel linguaggio, che è il dna di un uomo».
Nel merito?
«Villania
pura, ma è inutile aspettarsi del galateo da chi lascia i migranti in
mare per giorni. Mi ha stupito piuttosto il silenzio del sindacato dei
dirigenti della pubblica amministrazione di fronte a un trattamento
schiavistico».
Di Maio dice che però i burocrati remano contro. Non ha ragione?
«La
sua è un’autoconfessione di ignoranza. Non sanno leggere i bilanci e
dicono al tecnico "caccia i soldi", con un’espressione da rapina. Un
governante degno di questo nome indica la via al dirigente refrattario».
Conte ha difeso sia Casalino che Tria.
«Conte è il sottosegretario di Giorgetti. È debole e fa bene ad affidarsi a padre Pio».
Di Maio invece?
«Uno scugnizzo all’arrembaggio».
Lei non trascura il consenso di cui questo governo gode, specie nel suo Mezzogiorno?
«Al
Sud negli ultimi venticinque anni c’è stata una rottura tra cittadini e
istituzioni, e in questo vuoto si sono inseriti gli stregoni che hanno
promesso l’Eldorado: uno stipendio per tutti e niente tasse».
La sinistra però ha dimenticato gli ultimi. Non trova?
«Sì,
perché, dopo la caduta del Muro, ha accettato l’idea che la società
fosse regolata dalle virtù del mercato, finendo per sposare così la
causa del liberismo».
Se la sta cavando Tria?
«È l’unico
ministro che gode di appoggi sovranazionali istituzionali, Bce, Ue,
Ocse, che gli riconoscono la capacità di affrontare in concreto i
vincoli internazionali».
Ma fino a che punto potrà resistere?
L’inganno
degli stregoni al potere è stato quello di dire: "Ce ne fregheremo
dell’Europa!" Ora vedo che hanno cambiato registro, inventandosi un
nuovo nemico».
I burocrati romani?
«Sì, anche perché è più
facile calpestare il ragionier generale dello Stato, un capo di
gabinetto, il capo di un ufficio studi, che i potenti d’Europa. Sono
anche codardi. Dopo il richiamo durissimo di Visco non hanno detto una
parola».
Come finirà?
«Si rimetteranno alle decisioni della
Bce e dell’Europa e poi compreranno un francobollo da mettere su una
cartolina di saluti agli elettori: "Carissimi, ci rivedremo l’anno
prossimo, nella speranza che in primavera crescano nuovi cocomeri"».