Repubblica 23.9.18
La primavera dell’Anpi: “Boom di nuovi iscritti contro il vento di destra”
Cinquemila
tesserati in più rispetto al 2017. A sorpresa sedi aperte anche nelle
periferie. “A ruba fazzoletti rossi e le spillette”.
di Matteo Pucciarellu
Trecento
nuove tessere dopo il voto del 4 marzo. Roma, Genova, Bologna: circa
200. Venezia: 150. Firenze: almeno 40 nella sola sezione centro.
Finanche Catanzaro, città che la Resistenza non l'ha vissuta
direttamente: una trentina. In Italia il vento della destra soffia forte
e a sinistra rimane solo una associazione che riesce non solo a tenere
ma anzi a crescere. È quella dei partigiani, l'Anpi: 125mila iscritti
nel 2017 che saranno (è una stima) 4-5mila in più a fine 2018.
Un
fenomeno in controtendenza rispetto all'orientamento generale: "Il
contesto è abbastanza preoccupante, si respira un'aria generale e
diffusa di intolleranza molto forte ma questo paradossalmente ci
rafforza. Siamo felici di essere considerati una casa comune capace di
difendere i diritti e la Costituzione", dice Roberto Cenati, presidente
dell'Anpi milanese. Proprio a Milano il 30 settembre è attesa un'altra
manifestazione contro il razzismo e l'omofobia organizzata
dall'associazione partigiani insieme ai "Sentinelli", e sarà una sorta
di bis dopo quella (riuscita) del 28 agosto scorso e contro l'arrivo del
primo ministro ungherese Viktor Orbán. Anche l'iniziativa delle
magliette rosse, questa estate, fu spinta molto proprio dall'Anpi.
Dopo
che l'8 settembre al festival di Venezia l'attrice Ottavia Piccolo fu
fermata dalle forze dell'ordine perché portava al collo il fazzoletto
dell'associazione partigiani - voleva partecipare a un presidio contro
gli infortuni e la precarietà nel mondo del lavoro - in molte sezioni
sono arrivate altre richieste di tesseramento.
"Le nostre scorte
di fazzoletti rossi e spillette sono finite in due giorni, è arrivata a
chiedercele gente che non avevo mai visto", racconta il calabrese Mario
Vallone. A Roma quest'anno l'Anpi ha aperto nuove dieci sezioni, in
periferia (Montespaccato, Primavalle) e in provincia (Genzano, Valle
Aurelia), "ma il boom c'è stato questa estate: personalmente non avevo
mai visto nulla del genere, così tanto interesse attorno a noi. E vedere
che le richieste arrivano specie dalla periferia, dove l'estrema destra
è in ascesa, ci fa ben sperare", sottolinea il responsabile provinciale
Fabrizio De Sanctis.
A dire il vero la lacerazione referendaria a
sinistra del 4 dicembre 2016 - il Pd da una parte, Anpi e Cgil per il
"no" - aveva fatto perdere numerose adesioni, anche eccellenti,
all'associazione. Come il partigiano bolognese Franco Fontana. "Il quale
però ha ripreso la tessera quest'anno", spiega Anna Cocchi. Acqua
passata, assicura il genovese Massimo Bisca: "Quella ferita si è
rimarginata. E oggi succedono cose incredibili. La scorsa primavera
organizzammo un incontro al centro parrocchiale di San Fruttuoso per
parlare di sacerdoti della Resistenza. Pensavo non venisse nessuno e
invece la sala era piena, più di cento persone. Capisce? In
parrocchia!".
In provincia di Venezia l'Anpi ha una sezione in 35
comuni su 44. "Le sezioni dei partiti non esistono più, anche in chiesa
di politica si parla poco e nulla: rimaniamo noi", sorride Diego
Collovini. Nella Toscana una volta rossa e oggi giorno dopo giorno
sempre più "nero verde", gli universitari dell'Udu assieme agli studenti
medi di Firenze hanno sottoscritto una quarantina di tessere. Arrivano i
giovani ma pure le donne, "il comitato direttivo di Magenta è a
maggioranza femminile, altro che quote rose", spiega Cenati.
I
numeri dell'associazione sono questi: 107 comitati provinciali, 1.500
sezioni, 17 coordinamenti regionali, sette sedi all'estero, quasi 8mila
scelte di 5 per mille nel 2016 (è l'ultimo anno disponibile sul sito
dell'Agenzia delle entrate) che hanno portato in cassa 250mila euro, un
giornale online, Patria indipendente."Stiamo facendo anche un intenso e
partigiano lavoro sui social network - aggiunge Andrea Liparoto della
segreteria nazionale - Nonostante "i nipotini del Duce" non manchino di
aggredirci con frequenza e bestialità di famiglia, stiamo costruendo una
circolazione di informazione e radici di tutto interesse. La vicenda di
Ottavia Piccolo è parte sicuramente rilevante di questo percorso di
crescita. Andiamo avanti, lo dobbiamo alla Resistenza, a quella
splendida e attualissima gioventù".
Di partigiani veri e propri ne
sono rimasti in pochi ormai, ovviamente per mere ragioni biologiche
(sono circa 4mila quelli iscritti). Nel 2006 si decise che
l'associazione non poteva morire insieme ai propri fondatori e quindi
bisognava aprirsi a tutti. Così l'Anpi, nonostante l'età, continua ad
apparire giovane: "La coerenza ai propri valori paga", dice De Sanctis".