Repubblica 20.9.18
La tragedia in carcere
Bonafede sospende i vertici di Rebibbia "Sui bimbi uccisi hanno sbagliato"
Roma,
la detenuta che ha gettato i piccoli dalle scale "Ho ridato loro la
libertà, adesso sono in paradiso" Morte cerebrale per il primogenito
della donna
di Federica Angeli
Roma «Adesso i miei figli
sono liberi in cielo, gli ho ridato la libertà». Alice Sebesta, la
trentatreenne tedesca che due mattine fa ha lanciato da una rampa,
all’interno della sezione nido di Rebibbia, i suoi due figli, era lucida
ieri quando ha parlato col suo avvocato. « Sapevo che era in programma
l’udienza davanti ai giudici del Riesame che dovevano discutere della
mia posizione — ha affermato la donna — I miei bambini li ho liberati,
adesso sono in Paradiso». Il difensore, Andrea Palmiero, quasi
certamente tenterà la strada dell’infermità mentale per attenuare
l’eventuale condanna, accusata di duplice omicidio aggravato. La bimba
di 7 mesi è infatti morta sul colpo subito dopo lo schianto da
un’altezza di tre metri e ieri alle 12, esattamente 24 ore dopo la
tragedia, i medici del Bambino Gesù hanno dichiarato la morte cerebrale
del primogenito, due anni compiuti a febbraio. Ieri, per tutto il
pomeriggio, è stata una corsa contro il tempo per trovare il papà del
piccolo Divine: era necessario avere il consenso per l’espianto e la
donazione degli organi. La procura di Roma stessa ha diramato un
comunicato in cui si chiedeva a chiunque ne avesse notizie di
rintracciare Ehis E. di nazionalità nigeriana. Un buco nell’acqua: le
lungaggini burocratiche e l’impossibilità di raggiungerlo in Germania —
luogo in cui sembra attualmente vivere l’uomo — hanno bloccato tutto.
Nel
frattempo però, oltre all’inchiesta della magistratura, se n’è aperta
una amministrativa. Se è vero — come ammette lo stesso legale di Alice
Sebesta che nel corso dei colloqui « non ha mai colto un proposito di
questa natura né particolari squilibri » — che la donna non soffriva di
evidenti patologie psichiatriche, allora l’unica responsabilità della
struttura carceraria dovrebbe essere stata quella di non aver vigilato
nel momento che ha preceduto gli istanti della tragedia.
Tuttavia
il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ha deciso per la linea dura
e ha sospeso il direttore della casa circondariale femminile, Ida Del
Grosso, la sua vice, Gabriella Pedote, e il vice comandante del reparto
di Polizia penitenziaria, Antonella Proietti. Il ministro ha dichiarato
di avere preso questa decisione perché «sono stati commessi degli errori
» . « Il messaggio — ha sottolineato Bonafede — deve essere chiaro: nel
mondo della detenzione non si può sbagliare. Se vedo qualcosa che non
deve accadere io prendo subito provvedimenti » . Sulla vicenda è stato
avviata un indagine ispettiva anche dal Dap.