Repubblica 14.9.18
La sfida del ministro
Salvini chiude ancora i porti però sui migranti è in difficoltà
Annunciata la linea dura contro 7 barchini. Il decreto è fermo: rischio di incostituzionalità
di Alessandra Ziniti
Roma
Sette barchini con 62 migranti in navigazione in acque maltesi verso
l’Italia. Matteo Salvini è pronto ad una nuova battaglia: « Malta faccia
il suo dovere, in Italia non sbarcheranno. Porti Chiusi, mi indaghino
pure » . Non basta, il ministro commenta anche con sarcasmo la notizia
che 42 migranti che erano a bordo della nave Diciotti potrebbero
costituirsi parti civili contro di lui. «Siamo alle comiche. Su ordine
della Procura di Palermo la polizia di Ventimiglia sta cercando decine
di clandestini scomparsi perché possano denunciare per sequestro di
persona il ministro dell’Interno. Per me sono altre 42 medaglie ».
Ma
la strategia antimigranti del vicepremier sta incontrando più di una
difficoltà. E non è detto che i decreti con cui vuole imprimere la sua
stretta approderanno la prossima settimana in Consiglio dei ministri
come pure ha annunciato: quello sulla sicurezza sì, quello
sull’immigrazione forse. Molte sono le riserve politiche ( di parte del
M5S) e tecniche ( dei funzionari del Viminale) soprattutto alla luce del
nuovo monito del presidente della Repubblica. E alcuni dei punti del
decreto immigrazione sembrano decisamente " saltare" quei principi
costituzionali dei quali il Capo dello Stato, che il decreto deve
firmare, è il custode. La "moral suasion" tecnica al Viminale continua,
anche l’Alto commissario Onu per i rifugiati Filippo Grandi, che ha
incontrato Salvini e Conte, si appresta a fornire "osservazioni
tecniche" sul decreto. Le parti contestate sono quelle che riguardano
l’abrogazione della protezione umanitaria, la revoca dei permessi senza
aspettare la condanna definitiva per una serie molto estesa di reati e
il trattenimento dei migranti irregolari non solo nei centri per il
rimpatrio ( che è una detenzione amministrativa) ma anche in strutture
delle questure.
Il testo del decreto che contiene invece 34
articoli di " disposizioni urgenti in materia di sicurezza pubblica,
prevenzione e contrasto al terrorismo e alla criminalità mafiosa", è
ormai definito. E la novità è una norma per prevenire attentati di
stampo terroristico come quelli compiuti a Nizza, Berlino o Barcellona,
con Tir lanciati sulla folla. Le aziende di noleggio saranno obbligate a
comunicare al Centro elaborazione delle forze di polizia, con anticipo
rispetto alla consegna del mezzo, i dati identificativi riportati nella
carta di identità di chi ne fa richiesta. Tra i provvedimenti il
potenziamento dei sistemi informatici con uno stanziamento di 16 milioni
per il 2018 e di altri 300 fino al 2025, ma anche l’estensione del
Daspo urbano ai soggetti sospettati di far parte di organizzazioni di
terrorismo internazionale. Dunque anche una misura amministrativa per
chi può essere già colpito da espulsione per motivi di sicurezza.
C’è
poi il capitolo della lotta alle occupazioni abusive. Innanzitutto pene
raddoppiate per chi occupa, da due a 4 anni di carcere, predisposizione
di un piano nazionale che dispone la ricognizione degli edifici da
liberare ogni sei mesi. Tocca poi ai prefetti, entro 60 giorni,
provvedere agli sgomberi anche con la forza pubblica.
Il decreto
prevede poi il rafforzamento delle strutture impegnate nella lotta alla
criminalità organizzata, a cominciare dalle nuove 70 unità che verranno
assegnate all’Agenzia dei beni confiscati.