venerdì 14 settembre 2018

Repubblica 14.9.18
La sfida sui migranti
Berlino: sui profughi c’è l’intesa con Roma Ma l’Italia gela Seehofer
Salvini in serata fa saltare il tavolo: "Dovrei fare un favore ai tedeschi soltanto perché sono in campagna elettorale?"
di Carmelo Lopapa


Vienna Francoforte Il governo tedesco annuncia con enfasi l’accordo chiuso con l’Italia sui "migranti secondari". Rimandare nei nostri confini i richiedenti asilo approdati sulle coste della Penisola e finiti in Germania è da tempo il pallino che il falco della Csu Seehofer tenta di mandare in buca. Ancora più adesso, a un mese dal decisivo voto in Baviera. In serata quell’accordo invece Matteo Salvini lo straccia, anzi, fa sapere che non si è mai chiuso e che non verrà affatto ratificato nel vertice informale dei ministri Ue oggi a Vienna. «Non intendo affatto fare un favore ai tedeschi solo perché impegnati in campagna elettorale», attacca. Così, in Europa, l’Italia "sovranista" è sempre più sola.
«L’accordo con l’Italia è concluso. Mancano le due firme del collega italiano e la mia», afferma il ministro dell’Interno tedesco, Horst Seehofer, parlando al Bundestag dell’accordo sul respingimento dei migranti registrati in Italia e fermati al confine tedesco. Il titolare del Viminale finora si è detto pronto a firmarlo solo se "a saldo zero", cioè se la Germania riprenderà a sua volta un numero equivalente di immigrati approdati sulle coste italiane. Sembrava un dettaglio, si è rivelato uno scoglio sul quale l’intesa sembra infrangersi. Seehofer, che col suo Csu nelle elezioni in Baviera del 14 ottobre rischia di perdere per la prima volta la maggioranza assoluta, non può permettersi di offrire il fianco agli oppositori interni riportando in patria altri migranti. In un primo momento, fonti del Viminale lasciano filtrare l’indisponibilità a siglare quell’accordo a meno che non lo si chiuda per il futuro, lasciando immutata la situazione attuale. In serata, il vicepremier italiano perde le staffe e fa saltare il tavolo: «Ma per quale motivo dovrei fare un favore al governo tedesco e al partito della Merkel solo perché lì sono in campagna elettorale? Io non accolgo un solo immigrato in più se non prendono i nostri. I tedeschi possono aspettare, almeno fin tanto che l’Europa non si decida a risolvere il problema italiano ». E l’asse con Seehofer? La possibile alleanza dell’internazionale sovranista con i popolari, dopo le Europee di maggio? Anche qui il numero uno del Carroccio è tranchant: «In Europa il Ppe è alleato coi miei avversari, con la sinistra del Pse, non c’è alcun motivo per stringere adesso accordi con loro», è la sua replica. Per lui l’intero governo Merkel, destra interna inclusa, «è inaffidabile». Una strategia per alzare il prezzo e costringere Seehofer a firmare stamattina alle sue condizioni? Sta di fatto che ieri sera a Vienna, sede del vertice informale di oggi, non davano nemmeno per confermata la presenza del tedesco ai lavori.
L’accordo che Seehofer ha comunque annunciato in linea di principio dovrebbe funzionare sul modello delle intese raggiunte a luglio con Spagna e Grecia. In quei casi, applicando gli accordi di Dublino alla lettera, Berlino rispedirà nei due Paesi mediterranei un certo numero di profughi che erano stati registrati prima lì, in cambio di un tot di ricongiungimenti familiari verso la Germania. Ma il negoziato con l’Italia ha lasciato aperta anche la questione delle modalità dello scambio. I tedeschi insistono per spedirli direttamente, in aereo, mentre Salvini starebbe insistendo per farli passare per l’Austria. Altro dettaglio non secondario: presupporrebbe il via libera di Vienna. E cosa succederebbe se il migrante chiedesse asilo durante il viaggio? In ogni caso, i numeri dimostrano quanto sia ridicola l’isterìa scatenata da mesi da Seehofer (e Salvini) in funzione anti Merkel. Da giugno gli arrivi alla frontiera tra Germania e Austria sono: zero dalla Spagna, 2 dalla Grecia, 113 dall’Italia. Quanto ai cosiddetti migranti secondari, cioè i richiedenti asilo in Italia poi approdati in Germania e in qualche modo rintracciabili, stando a calcoli informali che circolano alla Farnesina sarebbero circa duemila.
Il commissario europeo per le Migrazioni, Dimitris Avramopoulos, fa sapere che vedrà oggi il vicepremier italiano «per una discussione franca e aperta». Ma avverte: «Chi dice ai cittadini che la sfida dell’immigrazione sparirà se si erigono dei muri o se si intraprendono iniziative isolate non europee, sbaglia e non è sincero e onesto con i propri cittadini».