venerdì 14 settembre 2018

Corriere 14.9.18
Nato nel 1400 a Venezia il diritto d’autore va tutelato anche oggi
di Massimo Sideri


Siamo tutti abituati a chiamarlo copyright in virtù del primato di diffusione della lingua inglese, ma il primo diritto d’autore della storia venne concesso a Giovanni da Spira nel 1469 in quella che era, a tutti gli effetti, una Silicon Valley ante litteram: Venezia. È per questo che la vittoria ottenuta all’Europarlamento con la nuova legge che disciplina il diritto d’autore online è per molti versi italiana: siamo stati i primi ad applicare il principio della difesa dei testi, il cosiddetto privilegio di stampa, non solo dal punto di vista creativo, ma anche economico. Erano quelli gli anni delle grandi sperimentazioni che avrebbero avuto una eco mondiale: alla fine del XV Secolo arrivò in città Aldo Manuzio, il leggendario editore padre del libro tascabile e del corsivo (non a caso il termine inglese corrispondente è italics). Certo, la storia non può essere un ripetersi acritico di eventi. Ma se il governo, attraverso la voce del vicepremier Luigi Di Maio, ha manifestato una posizione contraria alla nuova legge, dovremmo considerare anche che la paternità del diritto d’autore ci dovrebbe spingere in maniera forse più naturale a essere capofila di questa importante innovazione, senza la quale la conoscenza non sarebbe stata protetta nei secoli. Il dibattito che si ripropone oggi in relazione all’utilizzo di testi, opere musicali, film e articoli da parte dei grandi gruppi della tecnologia online, da Google a Facebook, Microsoft ed Apple, è per molti versi simile a quello del 1469: allora fu la rivoluzione portata dalla stampa a caratteri mobili di Gutenberg e del feltrino Panfilo Castaldi a favorire la «vitalità» del libro e anche la possibilità di «copiarlo» con maggiore facilità senza dare nulla a scrittori ed editori. Oggi lo stesso rischio, molto più amplificato, è legato a Internet. In economia si direbbe che per difendere il lavoro creativo e quello intellettuale il valore d’uso (la diffusione virale) deve coincidere con il valore di scambio (il pagamento). Dunque la domanda da porsi è questa: cosa sarebbe capitato dal 1469 ad oggi senza l’innovazione veneziana?