Repubblica 14.9.18
Riciclaggio, truffe e veleni i giochi di potere in Vaticano dietro il coro della Sistina
di Paolo Rodari
CITTÀ
DEL VATICANO Un’indagine autorizzata da Francesco che nasconde una
battaglia teologica e di potere che dura da anni. Non ha pace il coro
della Cappella Sistina, la storica e prestigiosa " schola cantorum"
preposta all’accompagnamento polifonico delle liturgie presiedute dal
Papa. Le accuse che motivano l’apertura da parte della magistratura
della Santa Sede di un fascicolo sul direttore amministrativo
Michelangelo Nardella e sul direttore dello stesso coro Massimo
Palombella sono pesantissime. Il sospetto, infatti, è di un uso
disinvolto dei soldi che entravano per i concerti, indirizzati in un
conto presso una banca italiana, con ipotesi di riciclaggio, truffa
aggravata ai danni dello Stato e peculato. E anche se a Repubblica
l’avvocato di Nardella, Laura Sgrò, dice che lui ha già risposto alle
domande chiarendo che tutti i soldi sono stati utilizzati sempre e
soltanto per la stessa Sistina, l’immagine di un Vaticano ancora abitato
da scandali e veleni resta immutata.
È dai tempi del Concilio che
intorno al coro ruotano interessi generali e invidie personali. Il
canto, espressione di un certo modo di intendere la liturgia, smuove le
sensibilità di tradizionalisti e progressisti: non è un mistero per
nessuno che il salesiano Palombella, portato a capo della Sistina nel
2010 dal cardinale Tarcisio Bertone, sia inviso alle anime più
tradizionaliste presenti Oltretevere. Sono anni che i puristi della
liturgia antica annunciano il siluramento di Palombella, senza che fino a
oggi ciò sia mai avvenuto. Così Nardella, la cui colpa per diversi è
quella di abitare nell’appartamento che fu del cardinale Domenico
Bartolucci che ha diretto il coro della Sistina per 41 anni, dal 1956 al
1997: 400 metri quadrati nello storico edificio dove è la sede del coro
stesso in pieno centro a Roma. L’appartamento «è stato concesso alla
famiglia Nardella a seguito di stipula di regolare contratto di
locazione, per il quale viene corrisposto all’Aspa un congruo e regolare
canone mensile » , ha fatto sapere nel luglio scorso l’avvocato di
Nardella, spiegando anche come « non si comprende quale turpe atto sia
stato compiuto dal mio assistito nel portare nuova redditività alle
casse vaticane, visto che l’immobile, prima di entrare nella sua
disponibilità, era sfitto da ben tre anni».
A margine del convegno
di musica " Chiesa e compositori" organizzato dal Pontificio Consiglio
della Cultura, Palombella si mostra tranquillo: « Mi rimetto alla nota
ufficiale del Vaticano. Sono sereno » , dice. E ancora: « Se non lo
fossi non sarei qui oggi». Eppure, al di là degli ipotizzati ammanchi
economici, ci sarebbero anche alcuni malumori resi noti dai genitori dei
bambini cantori per qualche eccesso di durezza verbale del Maestro
della Sistina. « La verità è che la Sistina non è più quella di una
volta — dice una fonte che intende restare anonima — . Prima si
insisteva molto sull’aspetto pastorale, il coro era occasione di
formazione religiosa anzitutto per i bambini, oggi molto è virato verso
il business con le conseguenze che sono sotto gli occhi di tutti».
A
suo tempo fu Bertone a portare in ruoli centrali della curia romana
figure che non corrispondevano ai canoni tradizionali. Presule non
formatosi nel corpo diplomatico, il porporato salesiano gestiva gli
uffici senza curarsi di sensibilità secolari. Così Palombella alla
Sistina fu visto come un oltraggio da molti che paragonavano le sue
melodie moderne ai gusti musicali di Papa Ratzinger, amante di Haydn,
Mozart e Bruckner. Le indagini di questi giorni si riferiscono ad altro,
ma anche di questi malumori sono in qualche misura frutto.