giovedì 13 settembre 2018

Repubblica 13.9.18
L’ambasciatore d’Italia
Perrone non torna in Libia: " È in pericolo"
di Vincenzo Nigro


Tripoli, Libia
L’ambasciatore Giuseppe Perrone non rientra a Tripoli dall’Italia. E molto probabilmente non ci ritornerà mai più. Ieri il ministro degli Esteri Enzo Moavero Milanesi ha confermato in Senato a Roma che Perrone è stato considerato "in pericolo" dopo le reazioni a una lunga intervista in arabo rilasciata a una tv libica.
Intervista che aveva provocato una reazione dura della parte politica che fa capo al generale Khalifa Haftar: una commissione del Parlamento in Cirenaica aveva dichiarato l’ambasciatore "persona non grata". Da mesi il campo di Haftar per accusare l’Italia aveva messo nel mirino anche il suo inviato diplomatico che, seguendo le direttive del governo, difendeva di continuo il Consiglio presidenziale di Fajez Serraj.
Perrone quindi è "congelato", sospeso. Da metà agosto l’ambasciatore era in Italia: prima aveva deciso lui stesso di mettersi in ferie. A un certo punto è stato il ministero a scegliere di non rimandarlo più a Tripoli. Ieri Moavero l’ha detto apertamente: «Preoccupazioni sulla sua sicurezza e incolumità personale e di quelli che lavorano con lui consigliano in questa fase di restare in Italia».
Ha confermato che «a seguito di un’intervista a una tv che l’ambasciatore aveva deciso autonomamente di dare in lingua araba sono sorti quelli che se fossimo in un contesto italiano definiremmo malintesi. Essendo purtroppo il contesto libico molto più difficile, questi malintesi provocano emozioni molto più forti di quelli che si manifesterebbero nel nostro contesto, ci sono stati manifestazioni di piazza, prese di posizione forti». Non è possibile fare un collegamento diretto, ma due settimane fa accanto all’ambasciata è piombato anche un razzo Grad: ha colpito l’albergo Al Waddan, ma per molti il vero obiettivo era proprio il palazzotto bianco italiano sul lungomare di Tripoli. Quel razzo potrebbe essere un esempio delle "emozioni forti" temute da Moavero. Delle sorti di Perrone si parlava ormai da settimane: la notizia del suo congelamento e addirittura della sua sostituzione era stata anticipata per esempio dalla newsletter francese Africa intelligence il 30 agosto con il titolo «l’Italia sacrifica Perrone per far piacere ad Haftar».