Repubblica 13.9.18
Il caso Viganò e la pedofilia
Vescovi riuniti e controdossier la svolta del Papa sugli abusi
di Paolo Rodari
Di che cosa stiamo parlando
Dalla
pubblicazione del dossier di Carlo Maria Viganò, ex nunzio a
Washington, che chiede al Papa le dimissioni per non essere intervenuto
sulla doppia vita del cardinale americano Theodore McCarrick, Francesco è
rimasto in silenzio. Ma ora la Santa Sede passa al contrattacco con
l’annuncio di un contro dossier in cui rispondere alle accuse. Insieme,
Francesco ha deciso di convocare a Roma tutti i capi delle conferenze
episcopali. Il summit avrà luogo a febbraio.
CITTÀ DEL
VATICANO Un brainstorming sugli abusi. Francesco annuncia dal 21 al 24
febbraio prossimi una convocazione che non ha precedenti in Vaticano dei
presidenti delle Conferenze episcopali della Chiesa di tutto il mondo «
per parlare della prevenzione di abusi su minori e adulti vulnerabili
». La decisione è stata presa sentito il Consiglio di cardinali ( C9)
che lo aiuta nel lavoro di riforma della curia romana. Evidentemente la
situazione è grave. Il dossier sulla Pennsylvania – 300 preti accusati
di abusi su oltre mille minori – ha fatto comprendere alla " cintura"
bergogliana come la " tolleranza zero" inaugurata da Benedetto XVI non
sia sufficiente. Di dossier sui decenni passati ve ne possono essere
altri. E sul presente la prevenzione non è mai troppa, tant’è che anche
la Conferenza episcopale italiana ha deciso di adottare nuove linee
guida sugli abusi.
Il dossier dell’ex nunzio a Washington Carlo
Maria Viganò, che ha chiesto le dimissioni di Francesco per non essere
intervenuto sulla doppia vita dell’ex cardinale americano Theodore
McCarrick, contribuisce ad agitare le acque. Dopo giorni di silenzio, il
Vaticano, la cui leadership è a 360 gradi tirata in ballo dall’ex
diplomatico, ha iniziato un lavoro di risposta che culminerà in un
contro- dossier che proverà a dimostrare come la condotta della Santa
Sede non sia stata deficitaria. Francesco ha tolto la porpora a
McCarrick una volta saputo di un abuso su un minore. Viganò, tuttavia,
lo accusa e prova a salvare sia Giovanni Paolo II sia Benedetto XVI,
seppure il primo abbia creato McCarrick cardinale dopo averne favorito
la " carriera" ecclesiastica, mentre il secondo, pur avendolo sanzionato
in forma privata, non sia riuscito a limitarne le uscite pubbliche.
Sulla
pedofilia Francesco ha speso parole importanti nel viaggio a Dublino.
Secondo una trascrizione pubblicata da Civiltà Cattolica il Papa ha
detto a un gruppo di gesuiti che « non basta voltare pagina » , ma
occorre «cercare rimedio, riparazione, tutto ciò che è necessario per
guarire le ferite e ridare vita a tanta gente » . Fra i rimedi ve ne è
uno che se attuato potrà essere dirompente: l’idea di dare spazio nelle
leadership ecclesiali alla voce delle vittime, per troppi anni relegate
agli ultimi posti, non ascoltate, perfino osteggiate. Occorre «prevenire
per il futuro» e portare la «voce delle vittime» ai vertici della
Chiesa», ha detto due giorni fa il cardinale arcivescovo di Boston Sean
O’Malley, capo della Pontificia commissione per la tutela di minori. Si
tratta di un cambio di paradigma non da poco, in scia al quale il Papa
ha deciso, soprattutto dopo il viaggio in Cile dove la versione sugli
abusi datagli dai vescovi locali si è poi rivelata menzognera, di
convocare le vittime a Santa Marta per dare loro ascolto diretto.
Fra
i cardinali che hanno contribuito all’elezione di Bergoglio c’è
l’attuale arcivescovo di Washington, Donald Wuerl. Fece breccia fra i
suoi confratelli più conservatori convincendoli a votare un non
italiano, alieno dal mondo romano impantanato nei vatileaks e negli
scandali. Oggi Wuerl è precipitato fra gli accusati del dossier Viganò
per non aver agito contro McCarrick. Ora il porporato ha informato i
sacerdoti della capitale dell’intenzione di recarsi a Roma per discutere
delle sue dimissioni con Francesco. Mentre un cambio di tre cardinali
del C9 – si parla, ma non prima dell’inizio del prossimo anno, del
pensionamento dell’honduregno Maradiaga, del cileno Errazuriz e
dell’australiano Pell – è motivato più che altro da raggiunti limiti di
età, qui pesa la pressione di parte del clero e dei laici della diocesi.
Domenica scorsa Wuerl aveva subìto le proteste di alcuni fedeli al
grido di « vergogna, dimettiti » . Il porporato ha risposto con una
lettera ai sacerdoti nella quale ha spiegato che occorre « un nuovo
livello di risanamento per le vittime che hanno sofferto » . E ancora: «
Una decisione da parte mia è essenziale in modo che la nostra
arcidiocesi che noi tutti amiamo possa andare avanti».