mercoledì 26 settembre 2018



 SU QUESTO TEMA, UNA SERIE DI MATERIALI SONO STATI RACCOLTI QUI


https://left.it/2017/06/08/lasciare-un-bambino-chiuso-in-auto-non-e-dimenticanza/

https://www.pressreader.com/italy/corriere-fiorentino/20180116/281925953421570

https://issuu.com/segnalazioni.box/docs/left_27_2013

https://issuu.com/segnalazioni.box/docs/massimo_bambino_in_auto

LEFT 2011 pag 144 L’Asino d’oro edizioni
Dissero che non ricordare il bambino
fu distrazione, dimenticare. L’avevano detta
‘scientificamente’ rimozione
Hanno deformato il significato della parola
che parla di uno spostamento
di un oggetto materiale nello spazio
Nella mente fu tolto il senso
alla parola sparizione
che farebbe una non esistenza

Sono accadute, settimane fa, due tragedie, ovvero che
due padri hanno lasciato nell’automobile i figli di 2 e 1 anno
circa. Si è acceso un dibattito in cui alcuni hanno sostenuto
che la realtà umana è quella che la Bibbia, il logos greco,
l’Illuminismo e il cristianesimo hanno, sempre d’accordo,
detto essere. La pazzia è dentro l’uomo, il vuoto e la follia è
nella normalità. «Può accadere a chiunque». Le parole distrazione,
dimenticanza, regnarono sovrane e apparve chiaramente
che veniva manifestato un pensiero orrendo che
‘vedeva’ una uguaglianza tra dimenticare le chiavi di casa,
o gli occhiali per leggere, e ‘dimenticare’ un bambino. Ma
vidi “left” in cui una pagina, divisa verticalmente a metà
come fossero due donne alte, diceva «No» scuotendo la
testa come fosse la ricreazione del movimento del bambino
che rifiuta il latte velenoso. Pensai, oltre l’immagine inconscia
non onirica, alla fantasia di sparizione contro il mondo
non umano. Pensai che, ora, le donne possono ribellarsi
alla sapienza dell’uomo che è soltanto potere e dominio.
Sanno distinguere gli occhiali da un bambino, perché conoscono
la pulsione di annullamento che è anaffettività nel
rapporto con la realtà umana.

LEFT 2013 pag 147  L’Asino d’oro edizioni
È l’anaffettività che uccide il neonato, pulsione
di annullamento contro la nascita umana

Si è ripetuta l’orrenda tragedia del bambino dimenticato
dai genitori nell’automobile e fatto morire. Ho letto nei giornali
parole nuove che dicevano: non è ‘dimenticare’, è pulsione
di annullamento che fa credere che l’altro essere umano
non esista.
E viene quella memoria, dall’immagine indefinita, del tempo
in cui dissi, senza ragione, i due termini verbali che avevano
il significato opposto l’uno all’altro: fantasia di sparizione.
Isolati venivano usati per indicare realtà non direttamente
percepibili perché sempre variabili nella loro forma manifesta.
La prima, fantasia, parlava di immagini ma non distingueva
la figura del ricordo cosciente dall’immagine che non era riproduzione
del percepito.
La seconda, sparizione, diceva di ‘qualcosa’, una realtà materiale
che prima veniva percepita poi non veniva più percepita:
sparizione che poteva essere distinta dal termine:
distruzione. Ma non era stata mai pensata come fantasia.
Insieme parlano di una realtà mai vista perché mai pensata.
Ed è un pensiero nuovo cui è stata data una identità che è
la conoscenza di una realtà umana non percepibile dalla coscienza.