La Stampa 6.9.18
Nella destra xenofoba dell’AfD nasce il gruppo degli ebrei
di Walter Rauhe
Ebrei
che militano nelle file di un partito populista e di estrema destra, e
questo proprio in un Paese come la Germania? Quella che può apparire
come un’antitesi poco verosimile è invece realtà all’interno
dell’Alternative für Deutschland (AfD). Ufficialmente sono almeno tre i
cittadini tedeschi di fede ebraica iscritti al partito
ultra-nazionalista e anti-tutto (anti-islamico, anti-immigrati,
anti-euro, anti-globalizzazione, anti-Merkel) accusato di condividere e
propagare ideologie apertamente negazioniste, xenofobe e antisemitiche.
Ma il vero numero degli ebrei già in possesso di una tessera del partito
e di quelli intenzionati ad aderirvi in futuro è più alto e sembra
destinato ad aumentare ulteriormente.
Secondo indiscrezioni che già
da qualche tempo circolano sulla stampa tedesca, ai primi di ottobre
verrà fondata a Offenbach, nei pressi di Francoforte, la prima
associazione degli «Ebrei nella AfD». Promotore dell’iniziativa è un
certo Wolfgang Fuhl, dal settembre del 2017 deputato della AfD al
Bundestag e membro della comunità ebraica di Lörrach, nel Sud-Ovest
della Germania. La biografia politica del 58enne è piuttosto
movimentata: da giovane militava negli ambienti del movimento
studentesco in una cellula d’ispirazione maoista. Successivamente è
passato agli Jusos, la federazione giovanile del Partito
socialdemocratico, è stato per alcuni anni attivista e funzionario dei
sindacati e nel 2013 è passato all’Alternative für Deutschland. Insieme a
Emanuel Krauskopf, delegato dell’AfD a Francoforte dove era anche
membro del consiglio amministrativo della comunità ebraica locale,
Krauskopf motiva la sua scelta di aderire al partito della destra
populista con la sua netta opposizione alla politica migratoria di
Angela Merkel. Aprendo nel 2015 le frontiere a quasi un milione di
profughi provenienti prevalentemente dalla Siria, dall’Afghanistan e
dall’Iraq, la cancelliera avrebbe contribuito ad accelerare il processo
di islamizzazione della società tedesca. «Per noi ebrei questo ha
provocato un drastico aumento delle aggressioni e degli episodi di
antisemitismo dal momento che la stragrande maggioranza dei migranti è
di fede islamica e odia lo Stato d’Israele e più in generale tutti gli
ebrei», spiega Krauskopf. Il fatto che il co-presidente dell’AfD
Alexander Gauland abbia minimizzato più volte i crimini commessi dalla
Germania nazista, che il leader regionale della Turingia Björn Höcke
abbia definito il Memoriale dell’Olocausto a Berlino come un monumento
vergognoso o che i partecipanti ad una visita guidata nell’ex campo di
concentramento di Sachsenhausen organizzata dalla capogruppo dell’AfD al
Bundestag Alice Weidel abbiano messo in dubbio l’esistenza delle camere
a gas, non sembra dare fastidio a Krauskopf, Fuhl e agli altri ebrei
iscritti al partito.
«Ma la presenza di ebrei in partiti
d’ispirazione xenofoba e antisemita non è un’eccezione», spiega Micha
Brumlik del Centro di Studi ebraici di Berlino. Nel 1919, ai tempi della
Repubblica di Weimar, alcuni reduci della Prima guerra mondiale
fondarono l’associazione ultraconservatrice dei «Soldati ebrei del
fronte» mentre alcuni anni dopo un gruppo di fanatici sostenitori di
Adolf Hitler diedero vita all’«Unione degli ebrei tedesco-nazionali». Il
loro appoggio incondizionato all’ideologia nazista e persino alle sue
dottrine razziali non risparmiò ai componenti del gruppo persecuzioni e
la deportazione nei campi di sterminio.