giovedì 6 settembre 2018

La Stampa 6.9.18
Gianni Cuperlo
“Bene gli applausi della nostra gente a Fico
Il Pd deve spaccare la saldatura M5S-Lega”
di Alessandro Di Matteo


Gianni Cuperlo, il Pd continua a discutere sul “che fare” con M5S, c’è stata anche una polemica contro Nicola Zingaretti. Poi, però, sono arrivati gli applausi a Fico alla Festa dell’Unità…
«In questo momento il M5S è una delle due forze che regge un governo che si presenta con un’azione confusa e di destra. Conducono una campagna elettorale permanente, svolgendo contemporaneamente il ruolo di maggioranza e di opposizione. Questo modo di intendere l’esercizio del potere dura fino a quando riescono a scaricare ogni colpa su chi c’era prima, fabbricando sempre un nemico di comodo. Ma io penso che sia uno schema destinato a logorarli. Vediamo cosa sta succedendo già adesso, dalla tragedia di Genova alla Diciotti, fino all’Ilva e alle divisioni sulla manovra…».
Cioè il Pd non dovrebbe limitarsi ai «pop-corn» evocati da Renzi …
«Questo è un governo pericoloso, dannoso, perché isola l’Italia. È una responsabilità soprattutto di Salvini, che sta facendo dell’Italia un avamposto del blocco di Visegrad. Dobbiamo fare ogni sforzo per farlo cadere e soprattutto evitare una saldatura strategica tra Lega e M5S. Non ho condiviso i pop corn allora, figuriamoci adesso. Una saldatura definitiva tra Lega e M5S alle prossime elezioni sarebbe un fatto storico enorme: per la prima volta dopo la fine della seconda guerra mondiale avremmo in un Paese fondatore dell’Europa un movimento radicale, di destra e di massa. Siamo di fronte a un accordo di governo che pratica un “populismo dall’alto”. Non una novità in senso assoluto, Gramsci parlava di “sovversivismo delle classi dirigenti”. Ma questo ci mette in una condizione mai conosciuta in tempi recenti, stravolgendo la nostra vocazione internazionale».
E Fico può essere un interlocutore…
«Bene gli applausi a Fico, la nostra gente ha mostrato un grado di civiltà politica e di correttezza. Non so se a parti invertite un nostro presidente della Camera sarebbe stato accolto in quel modo a una kermesse 5 Stelle. Ho apprezzato anche le parole di Fico sulla Diciotti, una posizione politica chiara. Il tema però non sono gli applausi, ma capire quale forza e coerenza avrà quella parte del movimento nel condurre la sua battaglia».
Ma il Pd potrà ricostruire il centrosinistra coinvolgendo l’ala sinistra M5S?
«Mai proposto di fare un governo col M5S. Noi dobbiamo cercare in tutti i modi di disancorare M5S dall’abbraccio mortale con la Lega. Anche perché so che un certo numero di elettori di sinistra hanno votato per Grillo. Non voglio fare nessun accordo di vertice, voglio recuperare una parte di quegli elettori. Ma per farlo devi cambiare la casa, perché quella di prima non li soddisfaceva più..»
Cambiare casa? La pensa come Calenda, che chiede di cambiare nome al Pd?
«No, quella del nome del Pd non è adesso il problema. Noi abbiamo bisogno di ridare orgoglio alla nostra gente e ridare un senso di appartenenza. Ma abbiamo anche bisogno di un congresso che non sia la fotocopia dei congressi di prima, se facciamo un arruolamento dietro al “salvatore della patria” non abbiamo compreso che si è rotto un rapporto sentimentale tra sinistra e una parte del suo popolo. Il tema è chi vogliamo rappresentare nella società, chi chiamiamo alla mobilitazione e in questo senso bene la piazza del 30 settembre. Come ricostruire un rapporto tra politica e cultura. Vorrei un congresso diverso, che discuta delle alleanze in Europa. Le europee saranno un appuntamento fondamentale, si tratterà di decidere se l’Europa sarà ancora il continente della solidarietà o la terra di un nuovo nazionalismo».