giovedì 6 settembre 2018

il manifesto 6.9.18
Il derby di Roma sfratta il sit-in del Pd
red. pol.


L’ex vice segretaria del Pd renziano Debora Serracchiani scivola ancora sui social quando scrive di migranti. Se quindici mesi fa aveva definito «più odioso» uno stupro se compiuto da un richiedente asilo, martedì ha scritto su twitter che «per volontà del ministro dell’interno Salvini ci sono oltre 12mila clandestini in più liberi di girare l’Italia».
Il ricorso alla terminologia della destra le è stato contestato da diversi utenti del social network e anche da alcuni dirigenti del partito, come l’esponente dei «Giovani turchi» Giuditta Pini, che anche lei su twitter ha scritto: «Se vogliamo ripartire non chiamiamo i migranti clandestini, smettiamola di rivendicare di aver fatto più rimpatri di Salvini». Anche in questo caso, come nel tweet sullo stupro, Serracchiani non si è scusata. Ma ha risposto a una persona che la criticava ha risposto che dietro quel «clandestini» c’era una strategia. «Uso le parole di Salvini – ha scritto – per metterlo in contraddizione».
Intanto ieri il partito ha annunciati la modifica della data della prossima manifestazione nazionale contro il governo: non più sabato 29 settembre, la concomitanza con il derby calcistico della capitale ha convinto a spostare l’appuntamento al giorno dopo, domenica 30 settembre. Non sarà un corteo, ma un raduno, alle 14.00, in piazza del Popolo.
Non solo immigrazione nel manifesto-appello, ma scuola, politica estera, politiche economiche, Europa. «Scendiamo in piazza per costruire un’alternativa alla politica dell’odio, del declino, dell’isolamento e della paura. Scendiamo in piazza perché tante persone vogliono un paese diverso: più giusto, più forte, più solidale, aperto al mondo e al futuro». Nel testo anche un riferimento alla politica di alleanze annunciata come un desiderio da Martina. «Vogliamo riorganizzare il campo delle forze progressiste, un progetto ampio, aperto a tutti i cittadini, le organizzazioni, le realtà sociali».