il manifesto 6.9.18
La 44enne afroamericana Ayanna Pressley vince le primarie
Stati Uniti. Democratici verso il midterm. In Massachusetts un'altra vittoria a sinistra
di Marina Catucci
Ancora
un’altra vittoria a sinistra: la 44 enne afroamericana liberal Ayanna
Pressley nelle primarie democratiche che si sono tenute in
Massachusetts, ha battuto il candidato sicuro, il bianco Michael
Capuano, e potrebbe diventare la prima donna afro-americana a
rappresentare lo Stato al Congresso. Una vittoria in sintonia con il
clima politico che sta alimentando le vittorie di donne e minoranze in
questa stagione elettorale, lanciando un messaggio chiaro ai democratici
riguardo dove debba andare il partito, ed entra a far parte dell’ondata
di donne di colore che stanno irrompendo in tutto il Paese per occupare
posizioni di potere tradizionalmente bianche e di appannaggio maschile.
In
caso di vittoria alle elezioni di midterm di novembre, Pressley
potrebbe diventare il primo governatore afroamericano nella storia degli
Stati Uniti, ed è cronologicamente, l’ultimo candidato
cane sciolto ad essere emerso per sfidare entrambi gli establishment,
democratici ora e repubblicani a novembre, da Andrew Gillum in Florida a
Beto O’Rourke in Texas, e il risultato riecheggia quello di Alexandria
Ocasio-Cortez a New York e Stacey Abrams in Georgia. Risultati che
suggeriscono uno spostamento verso un’agenda più audace e progressista
in netto contrasto e in reazione al managerialismo di partito che aveva
caratterizzato la campagna di Hillary Clinton.
A differenza di tutti
gli altri candidati liberal, socialisti e spesso semi-sconosciuti, peró,
Pressley non è una sconoscouta nel partito, ma ci lavora da anni, e non
ha battuto un moderato centrista, ma un candidato altrettanto liberal,
che proponeva sanità ed istruzione pubblica, diritto alla casa,
innalzamento del salario minimo. Inoltre Capuano aveva votato contro la
guerra in Iraq, sostenuto l’Obamacare, ed è membro del Congressional
Progressive Caucus, l’ala democratica progressista della Camera. La
differenza l’ha fatta proprio la non appartenenza di Pressley alla
categoria di maschi bianchi di mezza età, vista ormai come il fumo negli
occhi, per cui, a parità di credenziali, la candidata afroamericana più
giovane, vince.
Questa spinta propulsiva della base che sta
spostando il partito a sinistra e su candidati meno scontati, si sente
anche fuori dalle urne, come dimostrano le udienze di conferma per la
nomina del giudice Kavanaugh alla Corte Suprema. L’udienza del comitato
giudiziario del Senato appena cominciata durerà una settimana ed è
iniziata con le contestazioni di cittadini – decine i fermati – che
hanno interrotto il dibattito, mentre i democratici si sono mossi con
rabbia per rimandare l’inizio e poter esaminare i documenti necessari a
valutare la conferma che sono stati rilasciati dai repubblicani solo la
sera prima dell’udienza, si parla di più di 40.000 documenti.
Le
contestazioni a Kavanaugh vertono sull”impresentabilità delle sue
posizioni su diritto alle armi e più di tutto diritto all’aborto, e
nelle dichiarazioni di apertura sia i repubblicani che i democratici
hanno posto alcune questioni chiave proprio riguardo questi temi
caldeggiati dai manifestanti che hanno fatto irruzione in aula.
E non
va molto meglio alla Casa Bianca, dove si sono abbattuti gli stralci
del libro sull’amministrazione Trump di Bob Woodward, uno dei due
leggendari reporter del Watergate che portò alla fine della presidenza
Nixon. Il libro in uscita tra qualche giorno è il terzo che decostruisce
questa presidenza, dopo quello quello del giornalista Wolf, e quello
dell’ex collaboratrice della Casa Bianca Omarosa.