La Stampa 26.9.18
A lezione di rivoluzione
Si parte dalla scintilla che ci ha fatto nascere
di Pierdomenico Baccalario e Federico Taddia
Ti
sembrerà strano che un libro sulle rivoluzioni abbia una sua legge. Ma
anche le rivoluzioni le hanno, soprattutto quelle che funzionano. La
stessa parola, rivoluzione, è davvero particolare, perchè può indicare
sia la volontà di cambiare qualcosa che non va bene, anche con una certa
violenza (come accadde con la Rivoluzione Francese, che forse ti
faranno studiare a scuola), sia un cambiamento importante nel modo di
vivere delle persone. (...)
La legge di questo libro comprende un
po’ tutti e due questi modi di intendere le rivoluzioni: vogliamo che tu
ti accorga delle cose che fai, di quelle che sei obbligato a fare, di
quelle che si potrebbero fare meglio e che decida quali vuoi
«rivoluzionare». Perciò ecco qua. Queste sono le cose che devi essere
disposto a fare.
1) Cambiare
Fare le nostre cinquanta piccole rivoluzioni significa fare cose diverse dagli altri, o in modo diverso. Per sentirsi diversi.
2) Non lamentarti
A
nessuno piacciono le persone che si lamentano sempre, figurarsi a
qualcuno che vuole fare una rivoluzione! Quindi, via le lagne, i pianti,
i non so come fare e fuori il sorriso, o, se proprio non vuoi
sorridere, almeno una bella faccia decisa.
3) Lavorare insieme
Nelle
rivoluzioni non conta tanto il “tu”, quando il “noi”, l’essere insieme,
avere amici che si ribellano insieme a te. Le rivoluzioni possono
cominciare da una persona sola, ma le rivoluzioni più efficaci non si
fanno da soli. Si fanno insieme a chi c’è, non importa se è un ragazzino
o una persona adulta. Vedrai. Una volta che inizierai a pensare in modo
diverso da tutti gli altri, scoprirai che altre persone cominceranno a
pensare come te. E sarà molto, molto divertente: avrai una banda di
amici pronti a rivoluzionare il mondo insieme a te. Comincia a pensare
al nome che vi darete!
4) Prepararsi agli ostacoli
Forse
all’inizio ti prenderanno in giro o ti metteranno i bastoni tra le
ruote. Non farci caso. Chi ti prende in giro, in realtà è spaventato
dalle tue idee. E se insisti, con calma, senza reagire mai (come i
grandi rivoluzionari della Storia), vedrai che, sotto sotto, prima o
poi, i tuoi nemici iniziali vorranno far parte della tua banda.
5) Agire
Al
lavoro, quindi! Nessuna rivoluzione si fa da sola. Devi cominciare a
sporcarti le mani. E ad armarti, delle tue migliori intenzioni.
La rivoluzione da cui sei nato
E
ora, senza tanti giri di paro-le, ecco cosa ci aspettiamo che tu faccia
oggi: dovrai vincere l’imbarazzo di parlare di come sei nato, e
soprattutto perché con i tuoi genitori. Loro faranno di tutto per non
rispondere o risponderanno in modo evasivo. Non mollare la presa.
Ricorda che nella storia dell’umanità sono vissuti 107 miliardi di
uomini: non sei stato né il primo né l’ultimo a nascere! Chiedi i
dettagli. Devi sapere che la nascita di un bambino/a scombussola la vita
dei genitori. Erano due persone spensierate e felici che si ritrova- no
all’improvviso a essere indaffaratissime e ancora felici, ma in modo
diverso. E con un sacco di problemi in più. Quindi domanda, ascolta le
parole di mamma o papà,guardali in faccia, e se ci sono tutti e due
osserva i loro occhi mentre ti parlano e mentre si cercano.Stai
assistendo al ricordo di una grande rivoluzione. Abbraccia i tuoi
genitori e fai capire loro che hanno avuto davvero un’ottima, ottima
idea.
Le qualità rivoluzionarie
1. Disubbidienza.Alle regole poco intelligenti e alle abitudini sciocche quando diventano una stupida moda.
2.
Proteggere il pianeta. Con comportamenti ecologici, sostenibili, che
fanno risparmiare soldi ed energia. Si consuma meno e meglio.
3. Fare per aiutare. Si sbaglia, si ricomincia, si ascolta, si impara, si insegna. E si ricomincia.
4.
Meno è meglio. Molte delle cose che ci circondano sono comode, belle, e
le vogliamo anche solo per questo. Ma tutto sommato non servono a
niente. Avere meno per apprezzare di più
5. Conoscere e informare.
Si impara quando si ficca il naso in una cosa e si capisce come
funziona. Quando si cercano notizie buone e ci si informa. La curiosità è
l’antidoto alle bufale.