La Stampa 24.9.18
Andrea Orlando
“Non è scontato che il Pd sia l’ultima casa della sinistra”
di Andrea Carugati
«Questo
governo è pericoloso. Ma non è affatto scontato che la reazione passi
attraverso il Pd. Dipende anche da come andrà il nostro congresso, che
deve partire subito». Andrea Orlando, ex ministro della Giustizia, ieri
ha chiuso a Rimini la tre giorni della sua associazione Dems con Nicola
Zingaretti.
Il Pd rischia l’estinzione?
Tutte le sinistre
rischiano di essere sommerse dalla storia. Il Pd sarà utile se andrà
oltre i centri storici e le parole d’ordine di Confindustria. Non credo
ad una separazione consensuale. Ma non è scontato che il Pd sia l’ultima
casa della sinistra italiana».
Il presidente Orfini ha proposto lo scioglimento del partito.
«Sarebbe
come spegnere e riaccendere il computer. Bisogna invece riflettere su
un ciclo di 25 anni che si è chiuso, il ciclo di una sinistra dominata
dall’ideologia del mercato e orientata a edulcorare gli aspetti più
aspri del capitalismo finanziario».
Renzi dice basta con l’autoanalisi, che la sconfitta è colpa del fuoco amico e della spersonalizzazione, cioè di Gentiloni.
«La
sua tesi è che abbiamo fatto cose buone e la gente non ci ha capiti.
Non è così, quando una cosa funziona le persone se ne accorgono. Abbiamo
fatto indubbiamente molte cose buone, ma non invertito dei processi di
fondo come le delocalizzazioni e la crescita delle diseguaglianze».
E il fuoco amico?
«Più
che del fuoco amico, che non c’è stato, Matteo si preoccupi degli
amichetti che gli hanno detto di andare avanti anche quando sbagliava».
Sogna un Pd de-renzizzato?
«Il
Pd andrà avanti solo se vincerà una prospettiva radicalmente diversa da
quella degli ultimi anni, non solo degli ultimi cinque. Spero che
Matteo resti e dia il suo contributo, del resto mi pare che un suo
eventuale nuovo partito non andrebbe oltre il 5%».
Vi accusano di voler fare patti col M5S.
«Non
esiste. Ma la prima cosa che impari quando fai politica è che devi
dividere il fronte avversario, non cementarlo. Non serve a nulla dire
che loro e la Lega sono la stessa destra, cosa non vera come si è visto
nel voto su Orban. E neppure insultarli perché sbagliano i congiuntivi.
Se ci sono proposte sui temi sociali dobbiamo interloquire».
Alle europee il Pd deve promuovere un fronte europeista?
«Dobbiamo
difendere un’idea europeista, ma scegliere bene i compagni di strada.
Se ci alleiamo con Macron che chiude le frontiere a Ventimiglia facciamo
solo un regalo ai sovranisti».