mercoledì 19 settembre 2018

La Stampa 19.9.18
Detenuta getta i figli dalle scale
Muore la neonata di sei mesi
Follia omicida a Rebibbia, grave il fratello di 1 anno e mezzo La donna in cella da agosto: “Volevo toglierli dall’inferno”
di Grazia Longo


La domanda che implora una risposta, al netto del dolore per la morte di una bimba di quasi 7 mesi e della lotta per sopravvivere del fratellino di 19 mesi, è se il dramma poteva essere evitato. Perché la mamma assassina, Alice Sebesta, 33 anni, tedesca, detenuta per spaccio a Rebibbia dal 26 agosto scorso - che già all’età di 13 anni aveva tentato il suicidio - era stata segnalata come soggetto a rischio. Ma nessuno del carcere è intervenuto. La pratica era al vaglio per stabilire se era necessaria una vigilanza riservata. E la procura potrebbe presto indagare i responsabili di questo ritardo, all’interno della struttura penitenziaria. Intanto il ministro della Giustizia Alfonso Bonafede ha aperto un’inchiesta interna.
L’unica indagata
Al momento l’unica indagata, per omicidio volontario e tentato omicidio è la mamma. Alice, ieri dopo mezzogiorno, ha gettato nella tromba delle scale, la piccola Faith, morta sul colpo, poi il fratellino, gravissimo al Bambin Gesù con fratture ed emorragie interne.
Ecco la sua spiegazione: «Volevo non farli soffrire più: toglierli da questo inferno e anticipare loro il paradiso». Parole sconnesse, alternate a un pianto a dirotto, durante l’interrogatorio del procuratore aggiunto Maria Monteleone. Assistita dall’avvocato d’ufficio Massaro, alla presenza di un’interprete tedesca, la giovane madre ha raccontato i suoi tormenti. «Non sono sposata, ma ho un compagno, il padre dei miei figli, che vive in Germania. Da ragazzina, quand’ero adolescente, sono stata in cura da uno psicoterapeuta. Non volevo che i miei figli continuassero a soffrire».
Lacrime e disperazione
Poi ancora lacrime e disperazione, mentre i medici del Bambin Gesù cercavano di strappare alla morte il primogenito. L’omicidio è avvenuto nella sezione nido di Rebibbia, dove si trovano le detenute con figli fino a 3 anni. La donna era rientrata dal cortile e stava salendo verso il refettorio. Al secondo piano ha lanciato i suoi due piccoli dalle scale. Alla scena hanno assistito, sconvolte, altre detenuta e un’agente di polizia penitenziaria. Tutte interrogate dalla magistrata responsabile delle fasce deboli, che coordina le indagini dei carabinieri del Comando provinciale di Roma. È probabile che siano a breve sentite la psichiatra e la direttrice del carcere, Ida Del Grosso.
L’indagine
Un sopralluogo a Rebibbia è stato effettuato anche da ministro Bonafede. «E una tragedia - ha detto -. Personalmente prego perché il bambino in ospedale possa essere salvato dai medici che stanno facendo di tutto. La magistratura sta già facendo gli accertamenti, posso soltanto dire, e non posso aggiungere altro, che il ministero ha aperto un’inchiesta interna per verificare le responsabilità». Donato Capece, segretario del sindacato polizia penitenziaria Sappe si domanda se «questa follia potesse essere evitata».