domenica 16 settembre 2018

La Stampa 16.9.18
Traffico di neonati, venduti per 120 euro
di Giuseppe Agliastro

Neonati venduti come se fossero merce. In Kirghizistan il commercio illegale di bambini continua a essere una fonte di guadagno per trafficanti senza scrupoli o per persone disperate che vivono nella più completa povertà.
L’ultimo scandalo risale a pochi giorni fa, quando alcuni medici del reparto maternità di un ospedale della capitale Bishkek sono finiti in manette con l’accusa di aver ceduto dei neonati in cambio di denaro. Secondo gli investigatori, subito dopo il parto i sanitari facevano credere ai genitori che i piccoli fossero morti o ormai in fin di vita. Poi li vendevano ai loro clienti. Il reato che viene contestato è «traffico di esseri umani», fa sapere un alto ufficiale della polizia criminale kirghisa, Marlis Dzhumabayev. «Alla puerpera - spiega - dicevano che il bimbo stava morendo, ma in realtà lo vendevano dopo aver compilato dei documenti falsi» sulla nascita.
Una pratica diffusa
Purtroppo non si tratta di un caso isolato. Da inizio anno, i tentativi scoperti di vendere bambini in Kirghizistan sono stati almeno cinque. Ma in questa repubblica ex sovietica nel cuore dell’Asia si sono registrati diversi episodi singolari anche negli anni passati e il timore è che a emergere sia solo la punta di un iceberg. Nel 2015, un uomo di 26 anni della regione di Naryn, nel nord-ovest del Paese, è stato arrestato per aver cercato di dare via la figlia di cinque mesi in cambio di una capra. L’anno scorso sono finite dietro le sbarre tre donne che tentavano di vendere un bimbo di tre mesi a Bishkek per 10.000 som, ovvero 120 euro.
Qualche mese fa una madre è stata invece arrestata nella regione di Chui per aver cercato di vendere i suoi tre figli per 80.000 som, poco meno di mille euro. «Le donne non sposate o che rimangono incinte in seguito a una violenza sessuale cercano spesso di vendere i loro bambini», spiega a Radio Liberty l’attivista per la difesa dei diritti umani Avazkhan Ormnova, precisando che a volte fanno lo stesso coloro che «partoriscono e che hanno già molti figli», e quindi troppe bocche da sfamare.
Secondo Ormnova, per stroncare questo vergognoso traffico di esseri umani, «è necessario migliorare le leggi e inasprire le pene per questi reati». Anche la miseria però è una delle cause del commercio illegale di bambini. In Kirghizistan, dove vivono 5,7 milioni di persone, la retribuzione media è di 14.000 som al mese. Circa 170 euro.