La Stampa 14.9.18
Passata la legge
I resti di Franco saranno tolti dal memoriale
di Francesco Olivo
Il
governo spagnolo parla di giornata storica: «Non ci può essere
concordia, né pace, finché il dittatore è sepolto accanto alle sue
vittime» scandisce la vicepresidente Carmen Calvo. Il parlamento di
Madrid ha convertito in legge il decreto che autorizza lo spostamento
dei resti di Francisco Franco dalla Valle de los Caidos, il mausoleo che
lo stesso Caudillo aveva fatto costruire vicino Madrid come omaggio ai
morti della Guerra Civile. La data non c’è ancora, il governo di Pedro
Sanchez sperava di andare più spedito. Il progetto originario era di
procedere entro lo scorso luglio, ma vari ostacoli hanno causato il
ritardo, primo fra tutti l’opposizione della famiglia del dittatore a
trovare una sepoltura alternativa. Altro problema è sorto con
l’atteggiamento ostile dei monaci benedettini della basilica, sotto il
cui altare è sepolto Franco.
Atto storico
Ora, con la legge
approvata, l’atto simbolico che la sinistra spagnola aspettava da 4
decenni si può compiere. L’esecutivo socialista stavolta ha evitato di
indicare date specifiche, si sa soltanto che la riesumazione avverrà
prima della fine del 2018. Un periodo adatto potrebbe essere novembre,
quando si celebreranno i 40 anni della costituzione democratica del ’78.
Il governo si sente orgoglioso della scelta, ma parte della società ha
vissuto questa decisione come la riapertura di alcune ferite non sempre
rimarginate. Da quando è arrivato l’annuncio del governo, ad esempio, le
visite al mausoleo sono più che triplicate. Così, per evitare le
possibili proteste dei nostalgici, l’esecutivo potrebbe annunciare la
rimozione a cose fatte.
L’approvazione della Camera non è stata
unanime: l’opposizione di centrodestra, Partito popolare e Ciudadanos,
si è astenuta, adducendo questioni formali (era un decreto governativo e
non una legge del parlamento), ma è chiaro che una parte
dell’elettorato conservatore non avrebbe approvato una scelta diversa.
La carica emotiva della seduta è stata molto alta: nelle tribune le
associazioni delle vittime del franchismo si scioglievano in lacrime,
mentre fuori si confrontavano gruppi di manifestanti, da un lato i
repubblicani, dall’altro i franchisti.
Le incognite restano su
cosa fare del mausoleo, dopo la riesumazione del Generalissimo. L’enorme
monumento, costruito grazie al lavoro dei prigionieri repubblicani,
potrebbe essere convertito in un museo della memoria della dittatura, ma
il progetto è molto complesso. Sotto l’immensa croce sono sepolti circa
33 mila combattenti della guerra, spesso anonimi.