mercoledì 12 settembre 2018

Il Sole Domenica 9.9.18
Hans Kelsen. Tornano due saggi di uno dei padri della giustizia costituzionale
La democrazia reale? È solo parlamentare
di Sabino Cassese


Ha fatto molto bene Mario G. Losano a curare la nuova edizione di questi due saggi di Kelsen, sia per la personalità dell’autore, sia per l’importanza dei temi trattati.
Il boemo Kelsen (1881 – 1973) è stato uno dei più influenti giuristi del ’900, autore della Costituzione austriaca successiva alla Prima guerra mondiale, e uno dei padri della giustizia costituzionale. Ha scritto questi saggi negli anni 20, avendo sott’occhio la vicenda della democrazia weimariana. In essi esamina temi di straordinaria attualità, oggi, in Italia: come democrazia, libertà e divisione dei poteri si coniugano; che cosa è la democrazia rappresentativa; se si può realizzare una democrazia diretta, come quella che i bolscevichi cercavano di attuare nell’Unione sovietica in quegli anni.
Il Kelsen che ha scritto questi saggi non è il giurista noto quale sostenitore della teoria pura del diritto, perché la sua attenzione è piuttosto quella del politologo. Parte dalla “stanchezza” del parlamentarismo. Osserva che quest’ultimo è un compromesso tra l’idea di libertà politica e il principio della divisione differenziale del lavoro e che non solo le libertà, ma anche la divisione dei poteri sono un argine allo sconfinamento del principio democratico oltre il potere legislativo (ed anzi suggerisce l’idea che Montesquieu avesse formulato la nota teoria per salvaguardare uno spazio al sovrano piuttosto che al Parlamento). Ribadisce più volte che la rappresentanza è una finzione (anzi, la chiama anche “crassa finzione”), ma sostiene che la democrazia diretta è impossibile: l’unica forma di democrazia reale possibile è quella parlamentare. Perché il popolo possa governarsi da sé, manca ad esso ciò che più di ogni cosa è indispensabile, l’unità. L’esercizio diretto della funzione legislativa da parte del popolo può realizzarsi solo quando le condizioni economiche e culturali siano estremamente semplici e i compiti dello Stato estremamente limitati. L’essenza della democrazia detta rappresentativa sta nel mettere «la conquista del potere in pubblica gara»; «il reale merito della democrazia è di garantire la migliore scelta dei capi», «in contraddizione con la [sua] natura».
Kelsen, però, aggiunge che non si può respingere l’idea di un controllo dei deputati da parte di un gruppo di elettori organizzati in partito politico, per limitare l’irresponsabilità del parlamentare rispetto ai suoi elettori, e che occorre abolire o limitare l’immunità parlamentare e prevedere la decadenza del deputato che abbandona il suo partito.
L’ideale democratico di Kelsen è di tipo proporzionalistico, fondato sul compromesso, sulla reciproca tolleranza, sulla ricerca di una via di mezzo tra opposti interessi, quindi su governi di coalizione. Non a caso il secondo saggio si chiude con una critica alla critica di Carl Schmitt del parlamentarismo.
Due sono gli aspetti che rendono straordinariamente attuale la ripubblicazione di questi due brevi saggi. Il primo è il dialogo intessuto da Kelsen con i bolscevichi, che proponevano (e cercavano di realizzare) nella Unione sovietica successiva alla Rivoluzione d’Ottobre una democrazia diretta non diversa da quella oggi agitata in Italia dal Movimento Cinque Stelle. Ad esempio, Kelsen considera la possibilità della revoca del parlamentare o anche quella che il partito abbia una delega a indicare di volta in volta il parlamentare adatto al tema in discussione in Parlamento. Oltre alla straordinaria consonanza con quel che accade in Italia oggi, l’altro motivo di interesse dei saggi sta nella critica della rappresentanza e nel riconoscimento che la struttura della democrazia sta nella gara per la conquista del potere pubblico e nella scelta dei governanti, e che questo è in contraddizione con la natura della democrazia, come aveva scritto molto bene nel Federalist Madison, quando aveva distinto «repubblica» da «democrazia», assegnando al primo termine i regimi dai quali siamo oggi governati e al secondo solo il modello mai realizzato della democrazia diretta.
Due saggi sulla democrazia in difficoltà (1920 – 1925)
Hans Kelsen
a cura di Mario G. Losano, Torino Aragno, Torino, pagg. XII – 135, € 13