Il Sole Domenica 9.9.18
Nei meandri del potere. La politica sta
diventando una «fictio», una costruzione capillarmente e
scientificamente organizzata di una realtà parallela che ha l’obiettivo
di manipolare l’opinione pubblica
di Remo Bodei
Democrazia in bilico tra verità e menzogna
Nel
mondo cristiano tre misteri maggiori hanno a lungo sbarrato la strada
alla conoscenza della verità: gli arcana Dei, gli arcana naturae e gli
arcana imperii. I primi condannano la pretesa di sondare gli abissi
della divinità oltre quanto già rivelato dai testi sacri. I secondi non
vengono colpiti altrettanto duramente da un simile divieto, ma la
spiegazione dei fenomeni naturali ha dovuto sottrarsi al sospetto di
empia curiositas e liberarsi faticosamente dalle ingombranti incursioni
della teologia nella ricerca scientifica (e, questo, perfino dopo
Galilei).
Anche i misteri del potere hanno incontrato resistenze
nel sottrarsi alla tutela della religione, se non altro perché, a
partire dal San Paolo – che scriveva sotto Nerone! –, ogni autorità era
stata considerata di origine divina. Il classici del pensiero politico
greco e romano ne avevano, invece, esaminato a fondo i meccanismi. Ed è
proprio grazie alla ripresa delle loro tesi e narrazioni (in
particolare, di quelle di Tacito e del Plutarco delle Vite parallele)
che, dal Rinascimento all’assolutismo, si è cercato di svelare la natura
del potere in base ai suoi stessi nascosti princìpi.
La politica
si dichiara ora apertamente arte segreta che ha il suo centro nel
gabinetto del principe e il suo testimone nel «segretario». Essa passa
così dal modello ciceroniano e medioevale di metodo di «governare gli
Stati secondo giustizia e ragione» al prevalere della «Ragion di Stato»,
in quanto tecnica di acquisire, conservare o espandere il potere
indipendentemente dai mezzi utilizzati e nella più assoluta riservatezza
delle decisioni da prendere. Violenza e astuzia, simulazione e
dissimulazione, diventano le principali armi di governo. Nelle parole di
Baltasar Gracián, «la saggezza pratica consiste nel saper dissimulare;
corre rischio di perder tutto chi gioca a carte scoperte. L’indugio del
prudente gareggi con l’acume del perspicace: con chi ha occhi di lince
per scrutare il pensiero, si usi l’inchiostro di seppia per nascondere
il proprio intimo». Il senso degli arcana imperii è bene espresso anche
da un’immagine, tratta dalla quotidianità, del poeta seicentesco Georg
Philipp Harsdorfer: «Proprio come vediamo la lancetta dell’orologio e
leggiamo le ore senza avere idea dell’ingegnoso funzionamento dei suoi
complicati ingranaggi, così possiamo osservare le benedizioni e le
punizioni di Dio senza conoscere le loro segrete cause. Similmente le
azioni dei principi e dei signori stanno di fronte ai nostri occhi, ma i
loro intenti e le loro motivazioni ci sono celati».
A partire dal
proto-liberalismo inglese del primo Settecento, che impone di dibattere
in parlamento gli affari di Stato – e dall’Illuminismo, che istituisce
il «tribunale della ragione» e invita gli uomini ad uscire dallo stato
di minorità e a esplorare i lati oscuri della società –, la democrazia
rivendica, in politica, la trasparenza e il confronto pubblico delle
opinioni da parte dei cittadini. È ovvio che non si arriva mai
all’ideale della «casa di vetro», ma che, in linea di principio, i
poteri invisibili vengono banditi.
I poteri maggiori sono proprio
quelli che, proprio perché evitano di mostrarsi e fingono di non
esistere, sfuggono al monitoraggio e alle contestazioni. Si potrebbe
addirittura sostenere che il potere vero inizia dove comincia il
segreto. Un tipico caso è quello dell’inquinamento originato dalle
acciaierie di Gary e di East Chicago negli anni Settanta del Novecento.
Centinaia di persone si erano ammalate di cancro nei dintorni delle
fabbriche, ma la U.S. Steel Corporation aveva comprato per anni il
silenzio di medici, amministratori locali e giornalisti, finché le cause
della malattia non erano venute alla luce.
Oggi, soprattutto,
preoccupa il possibile impiego dell’Intelligenza Artificiale e dei Big
data da parte di opachi poteri militari, finanziari o politici, che si
servono di informazioni e algoritmi segreti in grado di manipolare
l’opinione pubblica, di spiare potenzialmente tutti i cittadini, di
influenzare le elezioni e di favorire gli interessi di ristrette
oligarchie, sottratte al legittimo controllo degli Stati.
I regimi
democratici hanno finora regolato il pensiero e la volontà dei
cittadini sia attraverso l’opinione pubblica, intesa, nei suoi momenti
migliori, come suo «cane da guardia», sia attraverso un confronto,
pubblicamente argomentato sulla base di linguaggi naturali e facilmente
accessibili a una comunità di parlanti. Si ha ora l’impressione che la
politica sia diventata una fictio, una costruzione, capillarmente e
scientificamente organizzata, di una realtà parallela (di cui le singole
fake news non sono che i mattoni), dove operano matrici di idee ed
emozioni preconfezionate, che, mediante il ritocco e l’aggiornamento
continuo, producono un «clima di opinione meteorologicamente mutevole»
Quanto
silenzio complice, quante menzogne può tollerare una democrazia senza
pervertirsi? Di quali difese può disporre per combattere quelli che
appaiono attualmente i nuovi poteri occulti?