mercoledì 12 settembre 2018

Il Sole Domenica 9.9.18
Occuparsi di Spinoza significa, per uno studioso ebreo nella Repubblica di Weimar, riflettere anche sui costi e benefici dell’Illuminismo.

L’opzione spinoziana, con lo smantellamento della religione tradizionale e dell’eredità ebraica, è ancora vitale o ha fallito? Strauss non ha dubbi. In una lettera a Gershom Scholem, scrive: «Noi concordiamo sul fatto che il razionalismo moderno o illuminismo... è giunto al termine». Dove Spinoza non è riuscito, può forse soccorrerci Maimonide. Quello che Strauss suggerisce, mettendo a confronto il percorso dei due grandi pensatori, è l’inadeguatezza di un razionalismo che, dal XVII secolo in poi, ha preteso di risolvere ogni mistero dell’essere, senza poter raggiungere risultati incontrovertibili. Più pacata, e condivisibile, gli pare invece la via della ragione filosofica premoderna, impersonata dal Mosè Maimonide, scomparso nel 1204, e attivo tra mondo ebraico e arabo. Nella ricerca maimonidea, la rivelazione religiosa non è un ostacolo alla ragione ma il suo stesso fondamento. «Il riconoscimento dell’autorità della rivelazione è il presupposto dell’attività filosofica come tale».
Un ritorno ai classici, insomma, che tenga però conto delle aporie della modernità. Religione e ragione come poli in tensione, che si cercano, si trovano e si allontanano, senza mai esaurirsi completamente l'uno nell'altro.
Religione e filosofia secondo Leo Strauss. Il percorso
da Spinoza a Maimonide
Davide Monaco
Urbaniana University Press,
Città del Vaticano, pagg. 206, € 24