Il Sole Domenica 9.9.18
Occuparsi di Spinoza significa, per uno
studioso ebreo nella Repubblica di Weimar, riflettere anche sui costi e
benefici dell’Illuminismo.
L’opzione spinoziana, con lo
smantellamento della religione tradizionale e dell’eredità ebraica, è
ancora vitale o ha fallito? Strauss non ha dubbi. In una lettera a
Gershom Scholem, scrive: «Noi concordiamo sul fatto che il razionalismo
moderno o illuminismo... è giunto al termine». Dove Spinoza non è
riuscito, può forse soccorrerci Maimonide. Quello che Strauss
suggerisce, mettendo a confronto il percorso dei due grandi pensatori, è
l’inadeguatezza di un razionalismo che, dal XVII secolo in poi, ha
preteso di risolvere ogni mistero dell’essere, senza poter raggiungere
risultati incontrovertibili. Più pacata, e condivisibile, gli pare
invece la via della ragione filosofica premoderna, impersonata dal Mosè
Maimonide, scomparso nel 1204, e attivo tra mondo ebraico e arabo. Nella
ricerca maimonidea, la rivelazione religiosa non è un ostacolo alla
ragione ma il suo stesso fondamento. «Il riconoscimento dell’autorità
della rivelazione è il presupposto dell’attività filosofica come tale».
Un
ritorno ai classici, insomma, che tenga però conto delle aporie della
modernità. Religione e ragione come poli in tensione, che si cercano, si
trovano e si allontanano, senza mai esaurirsi completamente l'uno
nell'altro.
Religione e filosofia secondo Leo Strauss. Il percorso
da Spinoza a Maimonide
Davide Monaco
Urbaniana University Press,
Città del Vaticano, pagg. 206, € 24