Il Sole Domenica 23.9.18
Luciana Castellina
Resistenza intessuta di passioni
di Eliana Di Caro
C’è
un filo rosso che unisce la vicenda del poeta Nâz?m Hikmet, e i versi
che illuminano il suo amore per la Turchia, agli eroici guerriglieri che
lottano a Creta nel secondo dopoguerra, ai comunisti americani che
sfidano le leggi maccartiste e si battono per la conquista dei diritti
civili, contro l’apertheid dei neri.
È un filo che, oltre al
colore politico comune dei protagonisti di queste storie, riguarda
l’identificazione della propria esistenza con gli ideali per i quali ci
si batte. Di più: è l’impossibilità di vivere rinunciando ai valori in
cui si crede. Luciana Castellina lo racconta con grande intensità in
Amori comunisti (Nottetempo), un libro di memoria e di passioni, ma
anche un manifesto politico sulla difesa della democrazia e sulla
Resistenza, in cui il lettore è portato in un’altra epoca, e non è solo
questione di tempo. C’è la forza dei personaggi, la stra-ordinarietà
delle loro esperienze, la capacità di rimanere uniti e non cedere a una
sorte avversa.
«Per chi si fa coinvolgere dalla Storia fino in
fondo, la vita privata e quella pubblica sono così strettamente
intrecciate che a volte si scambiano e si confondono», scrive nel
Prologo l’autrice, che da militante e giornalista ha conosciuto
direttamente le persone di cui narra, raccogliendone diretta
testimonianza. La storia di Münevver Andaç e Nâzim Hikmet si dipana
nella tormentata Turchia del primo Novecento.
Quello che sarà uno
dei poeti più amati e celebrati del mondo sente presto la cappa
asfissiante del nazionalismo e la rifiuta, diventando un nemico della
Repubblica Turca: verrà incarcerato decine di volte, spesso con pretesti
insignificanti, passando la vita a sfuggire ai militari e nel frattempo
scrivendo e rivendicando un destino diverso per il popolo turco.
Amando, anche, le tante donne che subiscono il suo fascino, ammaliate
dall’uomo e dal personaggio. Münevver, la madre di suo figlio Mehmet -
compagna di fughe, clandestinità, separazioni forzate - su tutte.
Lo
stesso impeto, su uno scenario diverso e tragico, con decimazioni e
persecuzioni feroci, guida Nikos Kokovlìs e Arghirò Polichronaki a
Creta. Si incontrano, entrambi “compagni”, sulle montagne nel 1948 in
piena guerra civile (la cui memoria è oggi sbiadita) e già allora scocca
una scintilla. Ma solo nel 1963 a Taskent, in Unione Sovietica,
potranno vivere davvero come una coppia. Nel mezzo, ricostruisce
Castellina, c’è la lotta, la Resistenza durissima , mentre attorno a
loro cadevano o venivano arrestati uno dopo l’altro decine di
guerriglieri.
Interessante ed esemplare di come funzionavano le
cose in quella stagione il racconto del passaggio in Italia degli ultimi
sei clandestini (inclusi Nikos e Arghirò) che riescono a eludere le
maglie della sicurezza e approdano a Otranto, accolti dai compagni
italiani. I quali, in realtà, non aspettavano “questi greci”, ma - una
volta ottenute le informazioni e rassicuratisi sull’autenticità del loro
resoconto - si prodigano e li aiutano a raggiungere l’Est.
Con
Sylvia Berman e Robert Thompson si va dall’altra parte dell’Atlantico,
negli Stati Uniti d’America. Le storie sulla segregazione razziale, sul
periodo maccartista, sul buio del Ku Klux Klan forse si conoscono
tristemente di più, anche grazie a un presidente afroamericano che mai
si sarebbe creduto potesse arrivare alla Casa Bianca, proprio perché
solo 70 anni prima ci si doveva nascondere per spendersi a favore dei
diritti dei niggers (allora, sottolinea l’autrice, non si diceva
blacks).
Resta una testimonianza preziosa, offerta come le altre
senza retorica, che restituisce il clima di quegli anni. E, oggi, c’è da
rimanere vigili.
eliana.dicaro@ilsole24ore.com
Amori comunisti, Luciana Castellina
Nottetempo,
Roma, pagg. 266, € 16. L’autrice presenterà il libro con Silvia Neonato
domenica 30 settembre a Genova, a Book pride, alle 17 nella Sala Storia
Patria