il manifesto 9.9.18
Da Napoli alle europee, Pap si organizza
Je
so’ pazzo festival . Due giorni di dibattiti per «resistere
all’assedio» della destra. E aggiornare il confronto con il sindaco De
Magistris. Alle elezioni del 2019 con Mélenchon, Podemos, il Bloco de
Ezquerda. E forse Diem 25
Napoli, un'assemblea di Potere al popoo nell’Ex Opg Je so' pazzo
di Domenico Cirillo
NAPOLI
«Come resistere a un assedio?» è la domanda che ha aperto la quarta
edizione dello Je so’ pazzo festival, organizzato a Napoli dall’Ex Opg,
la prima con il progetto Potere al popolo in campo. L’interrogativo è
stato posto da Chiara Capretti (candidata di Pap alle scorse elezioni)
all’apertura della due giorni (che si è conclusa ieri), per aggiornare
il confronto con il sindaco Luigi de Magistris e tutte le realtà di
movimento partenopee. Come si può spezzare un’offensiva fatta di debiti
che strozzano gli enti locali, tagli ai servizi pubblici, circolari
ministeriali che impongono politiche di destra su accoglienza e povertà,
di lavoro in nero perché tanto l’Ispettorato del lavoro è stato
svuotato? «Se non puoi resistere – ribatte Capretti – allora ti devi
organizzare su scala nazionale contro lo sfondamento a destra sulla
pelle degli ultimi. Il ministro dell’Interno, Matteo Salvini, con i
funerali delle vittime del ponte Morandi in corso, sfruttava i migranti a
bordo della Diciotti per distrarre l’opinione pubblica». Il 20 ottobre a
Roma ci sarà la manifestazione «Nazionalizzare qui e ora» organizzata
da Pap, Usb, Eurostop, Prc e le realtà che si sono battute contro «la
truffa delle privatizzazioni e delle grandi opere».
VENERDÌ IL
FOCUS era su Napoli. Le circolari di Salvini che impongono una stretta
alle richieste di asilo e spingono per gli sgomberi degli spazi occupati
possono avere un effetto dirompente in città (dove si stimano almeno
8mila abitazioni occupate). «Non sono provvedimenti esecutivi – commenta
Viola Carofalo, portavoce nazionale di Pap – perciò invitiamo i
destinatari a disobbedire. Non applicate le circolari Salvini. Il leader
leghista le giustifica con la necessità di legalità e sicurezza ma
producono l’effetto contrario: più persone sul territorio senza un
regolare titolo e più gente per strada nel caso delle abitazioni, perché
tanto un’altra soluzione non c’è. Anzi, l’esperienza di Napoli ci dice
che le occupazioni hanno rivitalizzato il tessuto sociale, aumentando
così la sicurezza percepita nei quartieri». Sul tema de Magistris
spiega: «Sul diritto alla casa si misurerà la nostra esperienza
amministrativa, sulla capacità di usare il patrimonio immobiliare del
comune ai fini della valorizzazione sociale e contro le interpretazioni
monetaristiche, che ne vorrebbero la svendita».
AL CENTRO DEL
DIBATTITO il caso Vasto, il quartiere popolare accanto alla Stazione
centrale con il maggior insediamento di Cas, la zona dove la sera del 3
agosto due migranti sono diventati il bersaglio di ragazzi armati sullo
scooter. Il Movimento migrati e rifugiati si è presentato nel quartiere
lo scorso martedì: hanno ripulito le aiuole, piantato fiori, realizzato
panchine con materiale riciclato provando a stringere un patto tra nuovi
e vecchi residenti. «La prossima settimana faremo uno spettacolo in
piazza, una produzione del Teatro popolare dell’Ex opg – racconta Abdel
-. Sfideremo così il coprifuoco imposto dalla camorra perché il problema
del Vasto non sono i migranti, è la povertà, i tagli ai servizi, i
clan. La Lega sta provando a radicarsi in zona portando messaggi di odio
che prima non esistevano».
Al Vasto emergono tutte le spinte
speculative in campo: «Abbiamo lavorato con i migranti per stilare
un’inchiesta sui Cas – spiega Capretti -, l’abbiamo consegnata in
prefettura chiedendo un intervento contro gli sfruttatori, per un reale
inserimento sociale. Quattro strutture sono state chiuse ma il sistema è
rimasto intatto con relativa bomba sociale innescata. Poi il 3 agosto
sparano sui ragazzi e la prefettura, dopo qualche giorno, ordina
un’ispezione ai centri: a 150, trovati fuori dai centri dopo le 22,
viene revocata l’accoglienza. Una rappresaglia. Salvini manda le
circolari e Grandi stazioni è contenta, così può gentrificare il
quartiere senza più i migranti».
IERI SI È DISCUSSO di elezioni
europee. Pap ha già scelto come compagni di viaggio La France Insoumise
di Jean-Luc Mélenchon, gli spagnoli di Podemos e il Bloco de Ezquerda in
Portogallo, interlocuzioni in corso con de Magistris e Diem 25 di Yanis
Varoufakis. Agli incontri, prima della pausa estiva, ha partecipato
anche Sinistra italiana ma lo schieramento unitario non è certo. Il
dibattito di ieri tra Viola Carofalo, Klemen Miklavic (rappresentate di
Sinistra unita slovena), Bénédicte Monville (La France insoumise) e lo
storico Giuseppe Aragno è servito a proseguire il confronto per
costruire «un terzo campo, differente da quello liberista/europeista e
liberista/nazionalista – spiega Carofalo -. Un campo che metta al centro
la redistribuzione della ricchezza, la partecipazione attiva dei
cittadini. Mentre la sinistra tradizionale affonda, punita per la guerra
che ha condotto contro le classi popolari, crescono i consensi per
nuove forze capaci di farla finita con compatibilità, moderazione,
appoggio al neoliberismo».