il manifesto 7.9.18
Il Paraguay ci ripensa, l’ambasciata torna a Tel Aviv
Gerusalemme.
Netanyahu ha reagito al clamoroso passo indietro del paese sudamericano
ordinando la chiusura dell'ambasciata israeliana ad Asunción
di Michele Giorgio
GERUSALEMME
Appena quattro mesi fa, sotto lo sguardo compiaciuto di Ivanka Trump e
di suo marito e inviato per il Medio oriente Jared Kushner, Benyamin
Netanyahu aveva salutato con enorme soddisfazione il trasferimento
dell’ambasciata Usa da Tel Aviv a Gerusalemme. Nelle previsioni del
premier israeliano il passo americano, seguito al riconoscimento fatto
sei mesi prima dalla Casa Bianca di Gerusalemme come capitale
d’Israele, avrebbe spinto altri paesi, anche europei, a fare
altrettanto. Ipotizzava un “effetto domino”. E due paesi, Guatemala e
Paraguay, furono rapidi nell’annunciare il trasferimento delle loro
ambasciate a Gerusalemme. Circolarono anche voci di una intenzione di
Romania, Repubblica Ceca, Bulgaria e Ungheria di seguire la stessa
strada. E invece l’effetto domino non c’è stato, la corsa a trasferire
le ambasciate a Gerusalemme non è mai cominciata. Anzi l’attacco di
Donald Trump allo status internazionale di Gerusalemme rischia di
trasformarsi in un boomerang per Israele. Un paese ha persino fatto
retromarcia.
Qualche giorno fa il Paraguay ha annunciato che la
sua ambasciata tornerà a Tel Aviv, decisione che ha provocato le ire di
Netanyahu che ha subito chiuso la sede diplomatica israeliana ad
Asunción aprendo una crisi diplomatica con il paese sudamericano. Il
presidente del Paraguay Mario Abdo ha difeso la decisione come parte di
uno sforzo per sostenere «una pace ampia, duratura e giusta (tra
israeliani e palestinesi). Il Paraguay è un paese di principi». La
decisione del Paraguay non è frutto di un cambiamento politico
radicale ad Asunción. Abdo, entrato in carica il mese scorso,
appartiene allo stesso partito conservatore del suo predecessore
Horacio Cartes, che a maggio aveva inaugurato l’ambasciata del Paraguay
a Gerusalemme. Piuttosto è un (raro) successo della diplomazia
palestinese. Il ministro degli esteri, Riyad al Malki, ha incontrato
Abdo due settimane fa convincendolo a rivedere la decisione presa dal
suo paese e a sostenere le rivendicazioni palestinesi sulla zona araba
della città. Applausi al Paraguay sono giunti ieri dalla Lega araba e
dalla Conferenza islamica.