il manifesto 5.9.18
Svolta sovranista «a sinistra», al via il nuovo movimento Aufstehen (Alzati)
Germania. Sara Wagenknecht e Oskar Lafontaine: «Contro la deriva di destra»
di Sebastiano Canetta
BERLINO
Guardano alla «Francia Indomita» di Jean-Luc Mélenchon ma anche al
«Momentum» immaginato tre anni fa dal laburista Jeremy Corbyn. Sulla
carta, ma sarebbe meglio dire su internet, vantano l’appoggio di 100
mila tedeschi pronti a unirsi «contro la linea politica dominante nella
Linke, Verdi e Spd». Nella realtà, però, il nuovo movimento Aufstehen
(Alzati) punta a diventare il contraltare di sinistra «a vocazione
maggioritaria» dei fascio-populisti di Alternative für Deutschland, cui
non intende lasciare il monopolio della critica alla «politica di
benvenuto» dei migranti di Angela Merkel.
È LA SVOLTA sovranista
presentata ieri a Berlino dalla capogruppo Linke Sahra Wagenknecht che –
insieme al compagno Oskar Lafontaine – è scesa ufficialmente in campo
per «contrastare la deriva di destra tornando ai temi che davvero
interessano i tedeschi: casa, scuola e lavoro».
Per adesso, il
nuovo soggetto politico è solo un’associazione indipendente e
trasversale ai tre partiti progressisti del Bundestag. Ma il suo
obiettivo conclamato è «la sterzata radicale della sinistra» in
direzione opposta all’internazionalismo dell’attuale segretaria Linke
Katja Kipping. In attesa di «trasformare l’Europa in un’unione di
democrazie sovrane» e, prima ancora, provare a riempire le urne delle
imminenti elezioni regionali in Baviera e poi delle Europee del 2019.
Una
mossa annunciata fin dal 4 agosto, il cui primo effetto è la
moltiplicazione del biasimo da parte degli attuali dirigenti della
Linke. A partire dal governatore della Turingia, Bodo Ramelow, che
considera Aufstehen «un errore, perché un movimento deve nascere dal
basso e non in un partito. In più non polarizzerà la società tedesca ma
solo la sinistra, e dubito che sarà in grado di ottenere molto come
forza on-line».
SULLA STESSA LINEA il co-segretario Bernd
Riexinger non nasconde lo scetticismo per una manovra che rischia di
atomizzare il comune campo politico. «Nell’epoca in cui alla “massa
bruna” viene permessa la caccia allo straniero, la sinistra deve evitare
qualunque parvenza di divisione».
Più e meno ciò che pensa
Kipping, da sempre in rotta di collisione con la realpolitik di
Wagenknecht e Lafontaine, che si sforza di dare per buono il loro
programma in attesa di vedere le carte in tavola. «Non è chiaro cosa
sarà Aufstehen ma se intendono creare una maggioranza progressista sono
contenta dell’iniziativa» fa sapere, tùittando però le immagini dei 65
mila antifascisti scesi in piazza lunedì a Chemnitz senza bisogno di
nuovi contenitori.
MESSAGGIO in codice ma non troppo: è la replica
alla lettura di Alzati secondo cui «il caso Chemnitz e la crescita
dell’ultra-destra sono causate dall’insoddisfazione per le politiche
della Groko e della sinistra» come ha precisato ieri Wagenknecht. A
sentire la leader sovranista «dal 2015 i tedeschi hanno avuto
l’impressione che le risorse fossero dirottate solo sui migranti.
Vogliamo rimettere al centro i temi cari alla maggioranza dei tedeschi
come salute, casa e lavoro. Il motivo del successo di Afd sta proprio in
questi problemi storici mai risolti da governo e opposizione. Dobbiamo
ripartire dalle diseguaglianze». Due visioni opposte difficili da far
collimare, anche se per Wagenknecht il suo ruolo in Aufstehen «non è in
contrasto con la carica di capogruppo Linke».
Al suo fianco, fuori
dal recinto della sinistra, spicca l’ex Verde Ludger Volmer (segretario
di Stato agli Esteri dal 1998 al 2002) ultra-dissidente della politica
dei Grünen «non più ancorata a pacifismo e sociale ma “stampella” di
Merkel», pronto a «rinnovare la politica tedesca» con Alzati al pari
della sindaca di Flensburg, Simone Lange, e del deputato Marco Bülow,
entrambi della Spd.