il manifesto 28.9.18
Scuola, una sicurezza da paura: un crollo ogni 4 giorni
XVI
rapporto Cittadinanzattiva. 204 sono stati i crolli dal 2013, 37 i
feriti. Tre scuole su quattro sono senza agibilità statica, solo una su
venti è in grado di resistere ad un terremoto. 18 mila edifici
scolastici si trovano in zone ad elevato rischio sismico, in particolare
in Sicilia (3.832), Campania (3.458) e Calabria (2.399). Servono 15-20
miliardi di investimenti in almeno 10 anni. Il ministro dell'Istruzione
Bussetti ha promesso di "sbloccare" 7 miliardi. Prima di lui Renzi aveva
parlato addirittura di 10, ma almeno la metà sembra sia rimasta
bloccata.
di Mario Pierro
Per la manutenzioni e la messa in
sicurezza di tutti gli edifici scolastici italiani servono investimenti
per 15-20 miliardi di euro in almeno dieci anni. Lo sostiene
Cittadinanzattiva nel XVI rapporto sulla sicurezza delle scuole
presentato ieri a Roma dove emerge una situazione inquietante: nel
2017-2018 c’è stato un crollo ogni quattro giorni di scuola, un record
rispetto agli ultimi 5 anni. Tredici persone sonostate ferite, tra
personale scolastico e alunni. Dal 2013 a oggi i crolli sono stati 204
crolli, i feriti 37 feriti. Tre scuole su quattro sono senza agibilità
statica, solo una su venti è in grado di resistere ad un terremoto in un
paese sensibilissimo a questi eventi traumatici e mortiferi. Sulla
manutenzione degli edifici scolastici emerge un paese a tre velocità: ad
investire di più sulla manutenzione ordinaria è la Lombardia (in media
quasi 119mila euro), meno la Puglia (non si arriva ai 3mila euro); la
verifica di vulnerabilità sismica è stata effettuata solo nel 2% delle
scuole calabresi e nel 59% di quelle umbre, il certificato di
prevenzione incendi è presente nel 69% degli istituti del Trentino Alto
Adige e solo nel 6% di quelli laziali.
IL SUD ARRANCA, poiché solo
il 17% delle scuole ha il certificato di prevenzione incendi, il 15%
quella igienico-sanitaria, il 15% quello di agibilità, il 18% il
collaudo statico; un pò meglio al Centro, dove il 19% ha il certificato
di prevenzione incendi, il 18% quella igienico-sanitaria, il 22% quella
di agibilità e il 21% il collaudo statico. Situazione diversa al Nord
dove il 64% delle scuole sono in possesso del certificato di prevenzione
incendi, il 67% quello di agibilità igienico-sanitario, il 63% ha
l’agibilità e il 61% ha effettuato il collaudo statico. A livello
regionale, in ritardo sono il Lazio (9% delle scuole è in possesso
dell’agibilità/abitabilità, il 6% della prevenzione incendi), la
Campania (11% con agibilità, 17% prevenzione incendi) e la Calabria (12%
con agibilità, nessuna in regola con prevenzione incendi).
DAL
RAPPORTO emerge che 18.665 edifici scolastici si trovano in zone ad
elevato rischio sismico, in particolare in Sicilia (3.832), Campania
(3.458) e Calabria (2.399). Solo per il 29% delle scuole è stata
effettuata la verifica di vulnerabilità sismica (che sarà obbligatoria
entro fine dicembre); fanalino di coda Calabria (solo 2% con verifica),
Campania (4%) e Sicilia (7%), regioni in cui insistono un maggior numero
di scuole in zone ad elevata sismicità. Solo il 9% delle scuole è stato
migliorato dal punto di vista sismico e ancor meno (5%) è stato
adeguato sismicamente. Va meglio per le scuole del Molise (dove
l’intervento è stato effettuato nel 41% delle scuole) e la Valle D’Aosta
(40%), molto male per quelle del Lazio e della Sicilia (3%). Ben pochi i
Comuni che si dichiarano pronti a gestire eventuali emergenze. La
percentuale sale al 60% per il Friuli Venezia Giulia e scende al 7% in
Campania, 3% in Basilicata e 1% in Calabria.
CITTADINANZATTIVA
sottolinea che la sicurezza è considerata da tutti una priorità, ma le
«pastoie burocratiche» allungano enormemente i passaggi nella
realizzazione degli interventi e dei nuovi edifici. Si chiede di
rivedere alcune importanti normative sulle responsabilità in materia di
sicurezza scolastica (legge 81/2008) e per ripensare gli spazi superando
la prospettiva «aula centrica» (decreto ministeriale del 18/12/1975). E
infine si chiede l’avvento dell’«anagrafe dell’edilizia scolastica» che
a suo tempo anche Renzi aveva assicurato.
IL MINISTRO
dell’Istruzione, Marco Bussetti ha detto che sbloccherà «7 miliardi»
rimasti nel cassetto «immotivatamente». Renzi disse di avere stanziato
10 miliardi, di cui 5 sembrano non essere mai stati spesi. Si vedrà se
questo sarà anche il destino di quelli di Bussetti.