il manifesto 23.9.18
Casa Pound violenta, assalto a Bari contro gli antirazzisti
La
peste nera. Violenta aggressione dopo un corteo di protesta contro
Salvini Ferita anche l’europarlamentare Eleonora Forenza. Due
manifestanti feriti gravemente. Trenta militanti di Casa Pound
identificati E la polizia carica chi protestava contro la Lega. Martedì
prossimo presidio in piazza Prefettura
di Gianmario Leone
TARANTO
Per una notte Bari è tornata agli anni ‘70, quando gli scontri di
piazza tra rossi e neri erano all’ordine del giorno. Sino a culminare la
sera del 28 novembre del 1978 con l’omicidio di un operaio diciottenne,
comunista, Benedetto Petrone. Che morì con il ventre squarciato da una
coltellata, assassinato in un agguato di squadristi del Fronte della
Gioventù.
Venerdì sera, nel quartiere Libertà in via Crisanzio, si
è sfiorata una nuova tragedia. Quando un gruppo di persone aderenti a
Casa Poundha deciso di aggredire con spranghe, cinghie e tirapugni, un
gruppo di persone che avevano da poco terminato di sfilare nel corteo
antirazzista «Bari non si Lega», organizzato dalla rete Mai con Salvini.
Due
i feriti più gravi: Antonio Berillo, 36 anni, napoletano, militante di
Alternativa Comunista e assistente parlamentare dell’eurodeputata
Eleonora Forenza, eletta con la lista ‘L’Altra Europa con Tsipras’ ed
esponente di Potere al Popolo, e Giacomo Petrelli di Alternativa
Comunista, che hanno riportato lesioni alla testa e al volto medicate
con punti di sutura.
Oltre a loro due, hanno fatto ricorso alle
cure dei medici la stessa Forenza per stato d’ansia e Claudio Riccio,
già candidato di Leu e aderente a Sinistra Italiana, colpito da una
cinghiata al viso parata con le mani.
L’aggressione è avvenuta
nello stesso quartiere che, una settimana fa, ha ospitato il ministro
dell’Interno Matteo Salvini (che ha condannato l’episodio di ieri sera) e
dove un gruppo di residenti, capeggiati da Luigi Cipriani responsabile
del movimento Riprendiamoci il futuro, aveva avviato una raccolta firme
per «cacciare gli immigrati irregolari che hanno invaso il nostro
quartiere» sostenuta anche dagli esponenti locali del Carroccio.
Ieri
mattina è stata trasmessa in Procura un’informativa con una prima
ricostruzione dei fatti e i nomi di circa trenta militanti di Casa
Poundidentificati nella notte: almeno otto dei quali avrebbero
partecipato attivamente all’aggressione. Sono in corso di acquisizione,
inoltre, i filmati di una telecamera posta a pochi metri dal luogo dello
scontro. Stando a quanto lasciato trapelare da fonti investigative, un
primo gruppo di manifestanti, dopo il corteo, sarebbe passato davanti
alla sede di Casa Poundurlando «fascisti di m…».
I militanti di
estrema destra a quel punto avrebbero reagito prendendosela, però, con
un secondo gruppo di manifestanti che passava di lì tornando a casa.
Versione molto simile a quella fornita dai militanti di Casa Pound, che
hanno dichiarato di aver agito per ‘difendere’ la loro sede di via
Eritrea, da un attacco di un gruppo di manifestanti dei centri sociali.
Completamente
diversa invece la versione dei fatti fornita dal gruppo dei
manifestanti, in primis dell’europarlamentare Forenza, che hanno
dichiarato di essere stati inseguiti e aggrediti dai militanti di destra
all’improvviso, alle spalle, senza apparente motivo.
L’eurodeputato
ha infatti dichiarato che mentre ritornavano verso le loro autovetture,
si sono fermati per assistere una donna eritrea in compagnia di
un’amica e di una bambina piccola, impaurite dal dover attraversare via
Crisanzio, presidiata da un gruppo di persone di Casa Pound. Dal quale a
un certo punto si sono staccati 4-5 persone che hanno prima aggredito
verbalmente e poi colpito violentemente l’eurodeputato e le persone
presenti in quel momento con lei.
Subito dopo l’aggressione,
diverse decine di attivisti e militanti antifascisti si sono ritrovati
in via Crisanzio, scortati da polizia e carabinieri in assetto
antisommossa che, per disperdere i manifestanti, hanno anche tentato una
carica di alleggerimento. Tra cori e striscioni la tensione è poi
durata fino a mezzanotte inoltrata.
Il giorno dopo, sono tantissime le prese di posizione sull’accaduto.
«L’aggressione
fascista di cui è stato vittima ieri sera un gruppo di manifestanti
antirazzisti a Bari suscita sdegno e seria preoccupazione. Con metodo
già visto tristemente in passato, gli aggressori hanno preso di mira
alcuni manifestanti isolati. I picchiatori hanno agito indisturbati,
usando i loro locali come base di partenza e di rientro, e palesemente
preparati visto che hanno adoperato oggetti contundenti come mazze e
cinghie. Va accertato e severamente sanzionato il comportamento delle
forze dell’ordine assenti durante l’agguato nelle vicinanze della sede
di Casa Pound e quindi non impedendo lìaggressione e il ferimento dei
pacifici manifestanti» afferma in una nota il Coordinamento Antifascista
Provinciale e Regionale, di cui fanno parte Anpi, Arci Bari, Arci
Puglia, Cgil Bari, Cgil Puglia, Libera Puglia, Link Bari, Rete della
Conoscenza Bari – Zona Franka, Rete della Conoscenza Puglia, Unione
degli Studenti Bari, Unione degli Studenti Puglia.
Che ha convocato per martedì un presidio antifascista in piazza Prefettura. Proprio dove morì Petrone.