Il Fatto 3.9.18
“Il Pd torna in piazza” (ma deve riempirla)
Roma - Martina: “Il 29 settembre contro il governo”. Quota 40 mila per evitare il flop
di Lorenzo Vendemiale
Tornare
in piazza, per dimostrare agli altri, forse un po’ anche a se stessi,
di essere ancora vivi. Il segretario del Pd, Maurizio Martina, ha
annunciato una grande manifestazione contro il governo il prossimo 29
settembre. Con il congresso alle porte, nel momento peggiore della sua
storia, il partito prova a ripartire dalla gente. “La piazza è la scelta
giusta”, ragionano i vertici.
“C’è tanta gente che vuole
costruire l’alternativa anche manifestando la sua presenza”, ha spiegato
ieri Martina all’incontro di Area Dem a Cortona. A dare coraggio al
segretario sono stati gli appelli dei militanti alle feste dell’Unità e
soprattutto l’ottima riuscita della manifestazione di Milano contro il
razzismo. La sede è ancora da ufficializzare ma dovrebbe essere Piazza
del Popolo, la stessa della manifestazione flop organizzata da Matteo
Renzi a ottobre 2016 a sostegno del referendum costituzionale: allora ci
furono circa 15mila persone, ce ne vogliono almeno 40-50 mila per
evitare la figuraccia. Per questo la macchina organizzativa, in mano a
Gianni Dal Moro e al coordinatore della segreteria nazionale Matteo
Mauri, si è già messa in moto.
Si torna all’antico: pullman e
treni speciali, coinvolgimento dei segretari regionali (in particolare
delle Regioni più vicine e popolose, come Toscana, Emilia-Romagna e
Campania, da cui ci si aspetta il contributo maggiore) e anche dei
circoli. “Vogliamo dare un segnale: con tutti i suoi limiti, il Pd resta
uno dei pochi punti di riferimento per la parte d’Italia che non si
riconosce nel governo.”, spiega Mauri. Resta da capire chi ci sarà in
piazza. L’evento vuole essere aperto a tutti: qualche contatto è stato
già preso con i sindacati, bacino storico delle manifestazioni della
sinistra. C’è chi si augura che possano unirsi altre forze politiche,
magari gli ex compagni di Liberi e uguali, ma per il momento è tutto in
alto mare. “Nessuno ci ha invitati”, spiega Roberto Speranza. “Massimo
rispetto per il Pd e per la scelta di tornare fra la gente, ma noi non
siamo disponibili solo per riempire le piazze degli altri:
parteciperemmo a condizione di condividere percorso e organizzazione”.
Bisogna stare attenti anche a non alimentare ulteriori divisioni
interne: “Va bene manifestare, ma solo se si pongono temi precisi,
propositivi e rivolti alla società civile: un’opposizione a prescindere
contro il governo non ha molto senso”, precisa Francesco Boccia, di
Fronte Democratico. Del resto chi si aspetta che la manifestazione sia
un punto di ripartenza, per lasciarsi definitivamente alle spalle l’era
renziana, potrebbe rimanere deluso già dal nome: si chiamerà “L’Italia
che non ha paura”, sembra quasi uno degli slogan dell’ex premier.
Dopo
i difficili mesi post voto del 4 marzo (“la sconfitta più dura dal
1948”, secondo l’ex ministro Minniti), il Pd ha disperato bisogno di
riaffermare la sua presenza. La piazza romana è l’ultima spiaggia, il
rischio dell’effetto boomerang resta dietro l’angolo. Dal M5s sono già
partiti i primi attacchi: “Sarà un appuntamento fra pochi intimi, come
alle urne”, ha ironizzato il sottosegretario Manlio Di Stefano. L’ultima
volta, il 1° giugno a difesa della Costituzione e del presidente
Mattarella, non andò troppo bene. Il 29 settembre non si può fallire.