Il Fatto 3.9.18
Ai clericali non resta che lo scisma (e giovedì 6 si ritrovano al Senato)
Francesco resisterà alla spallata del dossier Viganò, costruito dalla destra farisea di cardinali e vaticanisti
di Fabrizio d’Esposito
Sembra
quasi la trama dell’ultimo, recentissimo teo-thriller di Glenn Cooper, I
figli di Dio: un petroliere texano, amico del presidente americano, che
promuove e finanzia uno scisma tradizionalista della Chiesa, nel segno
dell’arida Dottrina.
La suggestione del complotto anti-Bergoglio è
stata esplicitata dall’arcivescovo di Pescara, Tommaso Valentinetti,
che ha evocato “forze oscure” contro Francesco, tra cui “petrolieri o
grossi gestori della finanza”. Ovviamente al centro di tutto ci sono i
veleni, i sospetti, le polemiche scatenate dal dossier a scoppio
ritardato dell’ambiguo monsignor Carlo Maria Viganò (nella foto) sulle
presunte coperture di Bergoglio alla lobby gay del Vaticano. Ciò che
colpisce in questa vicenda sono il metodo e i protagonisti. Come se
l’opposizione antifrancescana fosse venuta allo scoperto una volta per
tutte per tentare “la spallata” finale al papa.
È una traiettoria
iniziata tre anni fa, con l’obiettivo di costringere Francesco alle
dimissioni oppure, in caso di fallimento, di causare uno scisma, come
documentato da Millennium nel luglio di un anno fa. Nell’ampia zona
grigia che detesta Bergoglio, le fazioni sono varie e hanno usato ogni
mezzo: la bufala del tumore al cervello; manifesti anonimi di protesta;
la faida interna dei Cavalieri di Malta; i nuovi Vatileaks sulle riforme
bloccate; le scelte sbagliate del corso “rivoluzionario” (tipo il
cardinale Pell); i Dubia all’Amoris Laetitia sulle aperture ai
divorziati.
E se dall’altra parte dell’oceano ormai è chiaro che
gli americani non vogliono più Francesco, in Italia la cassa di
risonanza di questa lunga campagna mette in campo sempre le stesse
firme: dai blog della destra farisea al clan di autorevoli vaticanisti
come Magister, Tosatti e Valli.
L’atteggiamento di Francesco dà
però la certezza che resisterà anche questa volta. Così si profila sul
serio l’ipotesi dello scisma. Altrimenti il potente neocardinale Angelo
Becciu avrebbe fatto a meno di rivolgere un sibillino appello all’unità
della Chiesa. Vedremo. A partire da giovedì prossimo, quando la figura
del cardinale Caffarra verrà ricordata al Senato dal suo “collega”
americano Burke, l’antipapa per antonomasia che ritiene Bergoglio un
“traditore”.