sabato 29 settembre 2018

Il Fatto 29.9.18
Il rocker di Maidan, onda della nuova Ucraina
Simbolo - Vakarchuk era l’idolo dei ragazzi della rivoluzione: ora lo vogliono candidare presidente
di Michela A. G. Iaccarino


Forse il rock può salvare l’Ucraina e le rime possono fermare la guerra. Forse, pensano i ragazzi di Kiev, può salvare il Paese il cantante Sviatoslav Vakarchuk e l’“Oceano di Elza”, Okean Elzy, il suo gruppo musicale.
Se scrivi il nome del cantautore in Internet in cirillico, il primo suggerimento del server slavo da qualche mese è prezident: è Vakarchuk uno dei possibili candidati favoriti alla presidenza per le prossime elezioni ucraine 2019.
Si candiderà sul serio? Questa domanda è semplice quanto il suo silenzio di risposta, che allude, ma non conferma: sta valutando.
Le conclusioni però le traggono gli ultimi sondaggi del Socis, istituto sociologico internazionale: più del 7 per cento della popolazione sarebbe pronto a votarlo, una percentuale di poco inferiore a quella di Yulia Timoshenko. Il primo concerto dell’anno Vakarchuk ha deciso di farlo proprio il 24 agosto, data non ufficiale di inizio della campagna elettorale, e 80 mila fan allo stadio olimpico di Kiev che potrebbero diventare elettori.
“Non mi arrenderò senza combattere!”. La sua canzone, Bez boyu, senza lotta, la cantavano i ragazzi sulle barricate di Maidan nel 2013 prima che arrivasse lui a intonarla sul palco per sostenere la rivoluzione della piazza gialloblù che mise in fuga l’ex presidente Viktor Yanukovich.
“Se sarà necessario lo farò”, ha detto in passato a chi gli chiedeva di candidarsi, ma adesso potrebbe davvero sfidare la vecchia zarina Yulia Timoshenko e il presidente in carica Poroshenko – che ha appena querelato la Bbc per aver diffuso la notizia secondo cui avrebbe pagato 400 mila dollari a Michael Cohen per assicurarsi un incontro con Trump nel 2017 –.
Nato al confine coi Carpazi più occidentale del Paese, bastione delle forze nazionaliste, Vakarchuk è cresciuto in quella Lviv – Lvov per i russi – che ha appena dichiarato illegale l’uso scritto e parlato della “lingua dell’invasore” nella regione.
Per 24 anni e dieci album, i suoi versi hanno accompagnato alcuni ragazzi all’altare, altri in trincea contro le repubbliche del Donbass.
Fisico come tutti nella sua famiglia, politico come quasi nessuno nell’industria musicale ma come suo padre, ex ministro dell’Educazione, Vakarchuk nel 2007, eletto con il partito Blocco di auto-difesa, entra al Parlamento ma non resiste, non riesce a respirare quella che chiama “atmosfera di corruzione” e dopo un anno abbandona gli scranni.
“Un esercito, una polizia muscolare” sarebbero la sua risposta efficace all’immorale classe politica d’Ucraina. Nel 2014 dopo l’annessione della Crimea, ha rinunciato a cantare nel paese dove in milioni lo ascoltano, la Russia, e le arene erano piene da Mosca a Vladivostok nonostante cantasse in ucraino.
Non solo l’aedo della rivoluzione: anche il comico più famoso del Paese, Volodomyr Zelensky, potrebbe scegliere di percorrere la strada che porta alla Verkhovna Rada, Parlamento di Kiev.
In quell’Ucraina dove il 6 per cento della popolazione sarebbe pronto a votarlo, è diventato famoso per la serie “servitore del popolo”: recita la parte di un professore di Storia che diventa presidente del Paese per sbaglio.