Il Fatto 23.9.18
L’Onu si preoccupa: possibili violazioni dei princìpi sull’asilo
L’Agenzia ha fatto discretamente pervenire al Viminale le sue raccomandazioni sulla protezione umanitaria
di Antonio Massari
Per
ora si tratta di osservazioni, suggerimenti, raccomandazioni. Ma la
posizione dell’Unhcr sull’abrogazione della protezione umanitaria (e
altri punti del decreto sull’immigrazione) è già chiara. Ed è parecchio
distante dalla visione di Matteo Salvini. Il ministro dell’Interno,
dalla festa di Atreju organizzata da Fratelli d’Italia, già soffia sul
fuoco: “Vi dò uno scoop, lunedì dopo l’approvazione del decreto
sicurezza-migranti, ci sarà l’allarme dell’Onu, Osce, della Croce rossa,
di quella bianca, dei vegetariani, dei vegani e degli animalisti perché
limitiamo i diritti. Vedrete, ci saranno ricorsi e contro ricorsi, ma
io me ne frego. Se devo darmi un criterio di scelta, prima vengono i
cittadini italiani”.
Sarà difficile “fregarsene” però delle
raccomandazioni che l’Unhcr – stiamo parlando dell’agenzia per i
rifugiati dell’Onu – ha già inviato a Viminale e Governo, sebbene per
ora solo in via informale, considerato che non ha ancora ufficialmente
ricevuto alcuna bozza del decreto in questione. Il decreto – stando alle
bozze circolate finora – abroga i “permessi di soggiorno per motivi
umanitari” limitandone la concessione a tre soli casi. La protezione
umanitaria è un caso “residuale” previsto dal nostro ordinamento che,
nel 2018, è stato concesso nel 28 per cento dei casi. Residuale, perché
riguarda i richiedenti che nei Paesi di provenienza corrono dei rischi
che, però, non rientrano nei casi previsti dalla Convenzione di Ginevra
(in questo caso interviene lo status di rifugiato) e non sono legati a
un conflitto armato generalizzato (qui opera la protezione sussidiaria).
Il decreto intende concedere la possibilità di concedere la tutela
umanitaria ai soli tre casi di “condizioni di salute di eccezionale
gravità”, “situazioni contingenti di calamità naturale nel Paese di
origine”, premio per “il cittadino straniero che abbia compiuto atti di
particolare valore civile”.
La bozza del decreto prevede anche una
forte compressione dello Sprar, ovvero il Sistema di protezione per
richiedenti asilo e rifugiati costituito dalla rete degli enti locali,
anche se fonti del Viminale negano l’ipotesi della sua soppressione. E
proprio su protezione umanitaria e sistema di accoglienza l’Unhcr muove i
suoi primi rilievi.
L’agenzia Onu raccomanda innanzitutto
all’Italia di non allontanarsi dagli obblighi previsti dalla Convenzione
di Ginevra del 1951 della quale – fa notare – il nostro Stato è
firmatario: “L’Italia – ha fatto sapere Unhcr al governo – deve
rispettare i suoi obblighi e principi, in primo luogo il principio di
non respingimento”. Non solo. Raccomanda di continuare nel solco
dell’articolo 10 della Costituzione, che rimanda in modo specifico ai
diritti umani, ai rifugiati, alla promozione della tolleranza e della
diversità. La protezione umanitaria – sottolinea l’Unhcr – consente di
agire in modo umano e solidale nei riguardi di persone che hanno dovuto
sopportare violenze e abusi nei Paesi di transito, come accade per
esempio in Libia, dove avvengono stupri e torture. E avverte di essere
fortemente “preoccupata” da qualsiasi “tentativo” di “limitare il
diritto delle persone di accedere alla procedura di asilo, soprattutto
il diritto di accedere a una procedura “equa”.
Riconosciuto il
diritto di rimpatriare chi non ha diritto all’asilo, l’Unhcr osserva
che, diversamente, i richiedenti asilo si ritroverebbero dinanzi a una
scelta obbligata: “Entrare in modo irregolare”. “Tutti – ribadisce
l’agenzia Onu – hanno il diritto di chiedere asilo. Le richieste devono
essere valutate su base individuale, ponendo attenzione alla
vulnerabilità e ai bisogni dei richiedenti”. In sostanza secondo l’Onu
l’abrogazione della protezione umanitaria, penalizzerebbe persone molto
vulnerabili, che emigrano per motivi economici ma, non avendo una strada
legale, finiscono per essere vittime di stupri e torture da parte dei
trafficanti.
In questo senso, da anni, l’Unhcr chiede l’apertura
di vie legali per l’asilo e per le migrazioni, con particolare
riferimento ai corridoi umanitari. Infine sottolinea l’importanza
dell’inclusione che “dovrebbe iniziare nelle prime fasi della procedura
di asilo e riguardare tutti gli aspetti dell’integrazione sociale,
economica e culturale, compresa l’istruzione”.