Il Fatto 23.9.18
Meno integrazione e più espulsioni (per finta): legge fabbrica-clandestini
Gli effetti - Le misure in discussione aumenteranno gli stranieri in situazione irregolare
di Alessandro Mantovani
Ci
sono una serie di rilievi di costituzionalità, dalla presunzione di
innocenza al principio di uguaglianza e alla tutela del diritto d’asilo,
che potrebbero addolcire il discusso decreto manifesto del ministro
Matteo Salvini, rimandato da settimane e destinato domani a
un’approvazione verosimilmente “salvo intese”, cioè con alcune norme
ancora da scrivere. Si potrà espellere solo per violenza a pubblico
ufficiale o solo per violenza al medesimo? Si potrà togliere il gratuito
patrocinio legale a chi chiede l’asilo? Davvero basterà un atto
amministrativo per revocare la cittadinanza? I dettagli avranno grande
impatto sulla vita di migliaia di persone e sulle attività di questure,
tribunali, commissioni per l’asilo, Cas, Cara e Sprar. È già evidente,
però, che il risultato della stretta salviniana potrà essere solo
l’aumento degli immigrati irregolari cosiddetti “clandestini”.
Saranno
di più e saranno anche meno integrati se è vero che Salvini esclude
dall’accoglienza negli Sprar i richiedenti asilo, ovvero penalizza
l’unico sistema che funziona sulla base di piccole strutture in cui gli
stranieri ricevono assistenza qualificata e imparano almeno la lingua, a
volte un mestiere, a vantaggio dei Cas (Centri di accoglienza
straordinaria) che costano un po’ meno perché danno solo vitto e
alloggio in centri per lo più di grandi dimensioni che le popolazioni
residenti, notoriamente, non vogliono vicino casa.
Il giro di vite
sulla protezione umanitaria, peraltro già in corso, moltiplicherà i
cosiddetti “denegati” che al termine di procedure e ricorsi saranno
cittadini irregolari in Italia. Lo stesso vale per le nuove regole
sull’espulsione e la revoca della cittadinanza per chi commette questo o
quel reato, accertato o meno, ma anche per le barriere “etniche” al
reddito di cittadinanza e quelle che negano agli stranieri i servizi
sociali, fiore all’occhiello degli amministratori locali leghisti (la
sindaca di Lodi, come abbiamo scritto sabato, esclude di fatto i bambini
stranieri dalle mense scolastiche): così anche gli immigrati regolari
rischieranno di scivolare nell’illegalità. Il risultato è sempre quello:
aumenteranno gli irregolari, cioè i potenziali destinatari di decreti
di espulsione che per la stragrande maggioranza finiranno appallottolati
in fondo a qualche cassonetto dei rifiuti.
Un conto sono i pezzi
di carta, tutt’altro i rimpatri veri e propri. Lo stesso Salvini dice
che ci vorrebbero ottant’anni. In Italia ci sono tra i trecento e i
cinquecentomila immigrati in situazione irregolare e i rimpatri
effettivi sono stati, finora, meno di quattromila l’anno, di cui duemila
nella sola Tunisia, perché gli stranieri non possono essere (ancora)
lasciati in mezzo al mare o in Paesi terzi (magari ci arriveremo: è il
“no way” australiano più volte evocato da Salvini). Per ora servono
accordi con i Paesi d’origine e costano tanti soldi perché i Paesi
d’origine hanno interesse alle rimesse dei migranti, perfino dei più
sfigati, che sono parte significativa del loro Pil, e non a riprendersi
persone che a volte sono delinquenti o mezzi delinquenti.
Se
Salvini farà un mezzo miracolo raddoppierà i rimpatri e così andremo
dall’1 al 2 per cento del totale, ma non è detto perché il totale degli
irregolari nel frattempo aumenterà con i provvedimenti di cui sopra, con
gli sbarchi per quanto ridotti e più o meno fantasma, con i passaggi
sulle Alpi che sempre ci saranno. Il capo della Lega però potrà dire di
aver aumentato i rimpatri, e soprattutto potrà continuare a gridare che
ci sono troppi clandestini, troppi reati commessi da clandestini, ecc…
Non è neppure detto che gli dispiaccia: su questo ha costruito e
continuerà a costruire le sue fortune politiche. Senza contare che gli
immigrati irregolari sono anche più ricattabili da chi li sfrutta sul
lavoro, comprese le organizzazioni criminali e magari anche qualche
“imprenditore” che vota Salvini.