domenica 23 settembre 2018

Il Fatto 23.9.18
Piccoli leader crescono: la nuova destra europea
Alt-Right - Dall’austriaco Sellner al londinese Kassam. E adesso torna anche Marion Le Pen
di Andrea Valdambrini


Destra nuova, volti nuovi. Già al suo sorgere, la cosiddetta alt-right americana di Bannon e Trump, portò alla ribalta in Europa figure lontane dalla scena del potere come Marine Le Pen, Nigel Farage o Matteo Salvini. Ma per movimenti in crescita di consensi e alla ricerca di sintonia con un elettorato poco ideologizzato, la presenza di leader trentenni potrebbe non apparire troppo sorprendente. In particolare nell’anno in cui la galassia della destra del Vecchio continente fa prove di unità in vista dell’appuntamento elettorale europeo di maggio 2019. L’ultimo arrivato è l’austriaco Martin Sellner. Ventinove anni, capelli e occhiali alla Clark Kent, Sellner ha un passato da neonazista (“Non c’era alternativa, all’epoca mancava un partito patriottico di destra”, dice). Oggi è esponente di spicco di Generazione identitaria, movimento xenofobo nato in Francia nel 2012 ma diffusosi rapidamente anche altri paesi, Italia inclusa. Il gruppo è noto per azioni eclatanti, come aver affittato una nave l’estate scorsa per sabotare i soccorsi delle ong nel Mediterraneo. L’austriaco si era già messo in luce nell’aprile 2016 con un’irruzione nel teatro dell’Università di Vienna allo scopo di interrompere una pièce teatrale recitata da rifugiati siriani, spargendo finto sangue sul palcoscenico. Lo aiuta nella sua ascesa mediatica, il sodalizio con la compagna, la videoblogger americana 26enne Brittany Pettibone, altra ferma sostenitrice della teoria del “genocidio dei bianchi” da parte degli immigrati. A Vienna, dove l’ultraconservatore Sebastian Kurz è già al governo ad appena 32 anni, la stella di Sellner è sicuramente in ascesa. Più giovane ancora è la 28enne Marion Maréchal Le Pen, nipote della leader del RN Marine e del fondatore del FN Jean-Marie. Se la sua presenza in politica non è una novità, lo è piuttosto il suo ritorno, dopo un annunciato ritiro a vita privata all’indomani delle elezioni presidenziali del 2017 vinte dal rivale Emmanuel Macron. La ritroviamo a Lione, come direttrice dell’Issep, istituto universitario che si propone di formare la futura classe dirigente dell’estrema destra.
Compito simile a quello che si propone il 32enne Raheem Kassam, già collaboratore di Nigel Farage e direttore della sezione londinese del magazine online ispiratore dell’alt-right Breitbart News. Figura, la sua, complementare a quella di Sellner: tanto l’austriaco è guidato dalla ricerca della visibilità, quanto Kassam lavora nelle retrovie. Steve Bannon gli ha affidato la responsabilità di The Movement, la nuova “cosa” che vorrebbe unificare sotto la bandiera del sovranismo il più alto numero di partiti sovranisti europei prima del voto del prossimo anno. Come e più ancora dell’austriaco, il giovane Kassam pare riassumere in sé tutte le spiazzanti contraddizioni del suo fronte politico: di origini indiane ma nato a Londra e formato all’Università di Westminster, è un musulmano convertito all’ateismo e un feroce critico dell’islam della società multietnica. Non c’è più la destra “bianca” di una volta: questi trentenni sono anche il frutto di tutto quello che dicono di non volere.