Il Fatto 19.9.18
Yom Kippur, quando finì l’infallibilità di Israele
6.10.
1973 - Il Mossad avverte dell’attacco a sorpresa, i militari lo
snobbano. Così lo Stato ebraico rischiò di perdere il terzo conflitto
contro gli arabi
di F.S.
In occasione dello Yom
Kippur sono stati declassificati in Israele molti documenti relativi
all’attacco di Egitto e Siria. Lo Stato ebraico fu sorpreso da
quell’attacco nonostante i molti segnali che venivano dal Cairo e
Damasco, gli avvertimenti dell’intelligence, le manovre delle forze
armate egiziane lungo il Canale di Suez. Il 6 ottobre 1973 Israele fu
colpito nella data più intima delle sue festività, il Kippur, il giorno
dell’espiazione (dei peccati). Unica giornata dell’anno in cui Israele
rimane immobile, è tutto chiuso, non ci sono notiziari tv né radio,
chiusi ristoranti e caffè. Persino porti, aeroporti e le frontiere
restano, per 24 ore, sbarrati.
La notte del 5 ottobre 1973, mentre
i generali dello Stato maggiore si salutavano con il rituale augurio
per il Kippur – “Hatima Tova” – dandosi appuntamento 48 ore dopo,
convinti che non ci sarebbe stato nessun attacco contro lo Stato
ebraico, il capo del Mossad Zvi Zamir mandava da Londra un messaggio
destinato al primo ministro Golda Meir che avvertiva di imminente
attacco: “L’esercito egiziano e l’esercito siriano sono pronti a
lanciare un attacco sabato 6.10.’73 al crepuscolo”, recita la prima riga
del documento, reso pubblico dagli Archivi di Stato. Nella sua missiva
di 5 pagine, completa di note manoscritte a margine, il capo del Mossad
scriveva che la guerra poteva potenzialmente essere evitata se Israele
avesse reso pubblico il piano di attacco.
Anche se nessuno aveva
mai visto l’originale, il documento scritto da Zamir era noto, così come
lo era l’identità della sua fonte, Ashraf Marwan, un confidente
dell’allora presidente egiziano Anwar Sadat, genero in disgrazia dell’ex
presidente Nasser. Il documento include però dettagli sulle
informazioni che Marwan aveva passato a Zamir mai rese note, come il suo
suggerimento su come scongiurare la guerra.
La pubblicazione di
un comunicato del Mossad è un evento davvero raro, i documenti
dell’Istituto rimangono in genere classificati per diversi decenni. Meno
rara è stata invece la decisione degli Archivi del ministero della
Difesa di rilasciare le trascrizioni della riunione dei generali
dell’Idf il giorno prima della guerra. Le trascrizioni indicano che gli
alti ufficiali avevano notato la mobilitazione di egiziani e siriani ma
riportano come il capo dell’Intelligence militare, Eli Zeira, ritenesse
le probabilità d’un attacco “molto basse, quasi inesistenti”.
Il
Mossad era però certo della sua fonte. Marwan era una “importante
risorsa” fin dagli anni Sessanta, il suo nome in codice era “Angelo”.
Due giorni prima aveva contattato il suo gestore nel Mossad e chiesto un
incontro con Zamir proprio per avvertirlo dell’imminente attacco e come
sarebbe stato condotto.
Marwan disse al Mossad che l’Egitto
avrebbe probabilmente limitato l’azione alla penisola del Sinai, che
Israele aveva conquistato nella Guerra dei Sei giorni nel 1967.
Il
mattino dello Yom Kippur del 1973 la guerra trovò l’esercito israeliano
impreparato, nonostante la lettera di avvertimento di Zamir e le altre
pericolose avvisaglie. Oltre 2.500 soldati israeliani morirono nei
combattimenti, insieme a migliaia di militari egiziani, siriani e
iracheni.
La pubblicazione del documento, 45 anni dopo getta nuova
luce su una vecchia polemica, sulla responsabilità del mancato allarme
degli attacchi imminenti. La guerra del Kippur e i fallimenti
dell’intelligence che hanno impedito ai militari di vedere ciò che era
così ovvio in retrospettiva, rimangono argomenti scottanti in Israele.
Dopo la guerra, la commissione investigativa Agranat riconobbe Eli Zeira
colpevole di “gravi errori” di giudizio. Ancora oggi, il 90enne ex capo
dei servizi segreti militari si considera non responsabile, ammette
errori di valutazione ma su Marwan rimane sempre della stessa idea: era
un agente doppio e inaffidabile. Anche Zamir, 93 anni, non ha perso la
verve e incolpa Zeira e l’Idf dei fallimenti dei servizi segreti
militari che hanno fatto sì che Israele venisse colto di sorpresa. Nel
2004, cercando di promuovere la sua teoria su Marwan, Zeira rese noto il
nome dell’agente che aveva avvertito il Mossad. Tre anni dopo Marwan,
nel frattempo stabilitosi a Londra, cadde da un balcone della casa di
Chelsea. Zamir ha chiesto che Zeira fosse processato per aver rivelato
il nome di Marwan, e sebbene l’ex procuratore generale Yehuda Weinstein
nel 2012 lo abbia condannato, decise di non processarlo, citando il
contributo alla sicurezza nazionale, l’età avanzata e i molti anni
trascorsi dagli eventi.